Argini ad alta tecnologia ad ogni allarme parte il bip

L’Università e in Cnr studiano una rete in fibra ottica per prevenire le alluvioni I sensori rileveranno l’erosione e l’instabilità delle scarpate, dando un segnale
20 febbraio 2006 Lungargine Terranegra (GENESIN) 20 febbraio 2006 Lungargine Terragrena (GENESIN)
20 febbraio 2006 Lungargine Terranegra (GENESIN) 20 febbraio 2006 Lungargine Terragrena (GENESIN)

BASSANELLO. Sensori in fibra ottica per monitorare lo stato di salute degli argini cittadini: arriva Riversafe, un progetto di ricerca unico in Italia, condotto dai ricercatori dell'Università di Padova (insieme al Cnr-Irpi) e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Le ragioni che hanno spinto gli studiosi del Bo a concentrarsi sul tema si possono ben intuire: l'alluvione del 2010 ha causato la morte di due persone, costringendone altre quasi cinquemila ad abbandonare la propria casa. Un dramma annunciato, che ha acceso i riflettori sulla fragilità degli argini di tutta la regione.

«I processi di rottura arginale» spiega il professor Paolo Simonini, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale Università di Padova e Coordinatore delle ricerche, «possono essere di diverso tipo, ma alla loro base ci sono, in molti casi, variazioni repentine nei flussi d'acqua nel terreno, spesso localizzati lungo percorsi preferenziali attraverso l'argine e il terreno sottostante. Il monitoraggio di tali opere è quindi il requisito fondamentale per la loro manutenzione e l'allertamento della popolazione in caso di emergenza».

Di qui il progetto Riversafe, mirato a garantire un controllo costante. «Lo studio», continua Simonini, «ha per oggetto lo sviluppo di sensori in fibra ottica da impiegarsi nel monitoraggio dell'erosione interna e dell'instabilità delle scarpate. Le fibre ottiche sono infatti in grado di rilevare le variazioni di temperatura che insorgono all'interno del rilevato arginale all'instaurarsi di fenomeni localizzati di flussi d'acqua sotterranei dall'alveo verso campagna, contribuendo ad individuare i segnali premonitori del collasso e di localizzare le criticità. Così permettono, inoltre, di effettuare in tempo reale interventi mirati, per alla messa in sicurezza del territorio».

Così come avviene in altri settori (si pensi al monitoraggio costante e continuo del traffico, ai sensori installati nelle moderne automobili, alle telecamere che controllano gli spostamenti degli autoveicoli e delle persone) il monitoraggio delle opere di ingegneria civile ed in particolare di quelle per la difesa dalle catastrofi naturali potrà essere, in un futuro non troppo lontano, una realtà. Lo studio dei ricercatori dell'Università di Padova, condotto con esperienze di laboratorio, con modelli fisici in grande scala e con la modellazione numerica dei fenomeni osservati, si presenta come il primo mai realizzato studio in Italia sulla potenzialità di impiego delle fibre ottiche per il monitoraggio estensivo e in continuo degli argini. Il gruppo di ricerca si augura di poter sperimentare prossimamente tale sistema di monitoraggio in scala reale, su tratti di argini di tutto il Veneto.

Silvia Quaranta

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