Arper, l’innovazione cresce tra sedie e tavoli

Un tavolo. Una sedia. È ancora possibile innovarli e reinventarli? La risposta è sì e il risultato può risultare vincente grazie a un equilibrio perfetto tra design, ricerca del bello e della funzionalità, investimenti in logistica e internazionalizzazione. Le sedie e i tavoli della Arper di Monastier vanno a ruba. In un momento in cui le aziende del legno arredo sembrano risucchiate in sabbie mobili che si fanno sempre più dense, Arper si muove con la stessa eleganza dei suoi prodotti, registrando fatturati in costante crescita.
Con i suoi 120 dipendenti nel 2012 l’azienda ha raggiunto un fatturato di 50 milioni di euro, chiudendo il 2013 a quota 53 milioni (il 95% è rappresentato dall’export). Arper è il progetto imprenditoriale di Luigi Feltrin, attuale presidente. È alla fine degli anni ’90 che Arper avvia il suo progetto industriale rivolto al design con l’impiego di materiali e tecnologie nuove e ricercate. L’incontro con lo studio Lievore Altherr Molina segna una tappa significativa: nasce una fruttuosa collaborazione che si esprimerà attraverso una sequenza di nuovi prodotti, diventati “long seller”: tra questi, la collezione di sedute Catifa, declinata in cinque diverse versioni e, dal 2001, venduta in oltre un milione di pezzi. Altri designer internazionali hanno firmato nel tempo sedie, tavoli, divani, sgabelli e poltroncine. Jean-Marie Massaud, Simon Pengelly, Ichiro Iwasaki, James Irvine, Antti Kotilainen e Rodolfo Dordoni hanno contribuito a portare in azienda culture, pensieri e linguaggi diversi. Con una visione tipicamente Arper dei prodotti, l’azienda di Monastier ora si apre al mondo dell’arredamento d’ufficio, nell’ottica che al giorno d’oggi l’ambiente casalingo e quello lavorativo sono due mondi sempre più coincidenti. «Le nuove modalità di lavoro supportate dallo sviluppo delle tecnologie digitali hanno comportato trasformazioni radicali negli ambienti di lavoro, legando a doppio filo i diversi aspetti delle nostre vite, inclusa la percezione del luogo in cui lavoriamo» dice il ceo Claudio Feltrin che gestisce l’azienda assieme al fratello Mauro. «In un certo senso, il passaggio dall’ufficio tradizionale a una visione molto più ampia del luogo di lavoro ha aperto la strada a una vasta gamma di possibili applicazioni per i nostri prodotti, spingendoci al contempo a ripensare il concetto di innovazione secondo Arper. Il concetto di soft tech trova espressione nelle nuove collezioni che abbiamo deciso di presentare alla fiera Orgatec di Colonia». Una ricerca del bello costante da esportare in tutto il mondo. Una penetrazione dei mercati esteri efficace ottenuta attraverso una delocalizzazione sui generis: showroom in tutto il mondo, per migliorare la logistica e accorciare i tempi di consegna del prodotto. Una strategia che ha imposto Arper come leader di settore in mercati un tempo solo annusati: l’ultimo è stato inaugurato pochi mesi fa a Dubai. Si aggiunge a quelli di Milano, Londra, Colonia, Stoccolma, Amsterdam, Oslo, Copenhagen, New York e Chicago.
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