Arrestati padre e figlio spacciatori

CORREZZOLA. «Sapete cosa vuol dire Inps? Italiani niente pensione» ironizzava Luca Dario Gentile il 22 dicembre scorso sul suo profilo Facebook. Il problema è che Luca Dario Gentile aveva deciso di assicurarsi un futuro anche senza avere un lavoro. Pensava di farlo spacciando cocaina insieme al papà.
La Squadra mobile di Padova ha arrestato padre e figlio al ritorno dalla Lombardia, mentre viaggiavano con un etto e mezzo di cocaina: oltre 20 mila euro di valore commerciale. Il vecchio ha anche finto un malore ma era una messinscena per evitare che scoprissero il panetto di droga che aveva in tasca.
Antonio Gentile, 76 anni, origini pugliesi e il figlio Lucio Dario, 40 anni, residenti a Correzzola in via Fratelli Perini 4, sono stati fermati alle 6 del mattino fuori dal casello di Padova zona industriale. Tornavano dalla Lombardia.
Gli investigatori della Mobile, coordinati dal vice questore aggiunto Giorgio Di Munno, stavano seguendo da tempo le tracce di un giro di cocaina tra il centro di Padova e quello di Piove di Sacco. In qualche modo erano arrivati a padre e figlio ma un conto è raccogliere la voce, un conto è intercettare l’attività vera e propria. Quando li hanno incrociati fuori dal casello hanno dato inizio alla perquisizione. Da notare che i due viaggiavano a bordo di una Fiat Punto presa a noleggio a Peschiera.
Il settantaseienne ha finto un malore. Si è steso sui sedili posteriori implorando un’ambulanza. Ma chi lavora sulla strada da anni sa riconoscere un malore vero da una finta. Per nulla impietositi i poliziotti della Squadra mobile hanno palpato i pantaloni, scoprendo che in tasca aveva un panetto da un etto e mezzo di cocaina: droga che ha un valore stimato di oltre 20 mila euro. Padre e figlio sono stati condotti in Questura per gli accertamenti e successivamente arrestati per spaccio di droga.
Tuttavia, l’indagine è appena iniziata. Bisogna ricostruire i canali di approvvigionamento e serve anche la lista dei clienti. I cellulari dei due sono stati sequestrati e, inevitabilmente, saranno estrapolati i nomi delle persone con cui ci sono stati gli ultimi contatti: sia telefonate che messaggi.
Secondo quanto ricostruito fino a ora, la droga veniva acquistata in Lombardia e poi smerciata nelle piazze padovane. Padre e figlio avevano contatti sia in centro a Padova che a Piove di Sacco.
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