Arrestato il rapinatore benestante

Gian Maria Maggiore è stato fermato dai carabinieri: ha commesso due colpi in farmacia a Conselve e Cartura
Di Enrico Ferro
FERRO - ARRESTO DAI CARABINIERI.
FERRO - ARRESTO DAI CARABINIERI.

Pensavano di trovarsi davanti uno dei soliti balordi senza lavoro, senza famiglia e senza futuro. Ma dietro al rapinatore “seriale” di farmacie di due mesi fa, si nascondeva in realtà un ragazzo di 24 anni, di ottima famiglia, un giovane che abita in una villa con piscina, il classico esponente della Padova-bene. Gian Maria Maggiore, 24 anni, residente in via Adria 27 è stato sottoposto a fermo dai carabinieri della stazione di Conselve. Deve rispondere del reato di rapina.

Due colpi in una sera

Lunedì 20 gennaio scorso un individuo con il volto coperto da un passamontagna entra all’interno della farmacia Giacomini in piazza XX settembre a Conselve. Si avvicina al bancone senza togliersi il casco. Alla farmacista chiede: «Per favore apra la cassa». Si fa consegnare circa 600 euro, poi chiede anche alcuni farmaci. Si fa dare anche cinque scatole di oppiacei, prodotti destinati a malati gravi che i farmacisti tengono in uno scompartimento chiuso a chiave. Dieci minuti dopo un colpo fotocopia, stavolta a Cartura, in via Padova, nella parafarmacia Barison. Entra di corsa, minaccia il titolare con un coltello, si fa aprire la cassa: riesce ad agguantare 600 euro, poi esce di corsa e fugge in moto.

L’indagine

I militari della stazione di Conselve, coordinati dal maresciallo Giuseppe Ferracane, danno il via agli accertamenti e partono dai pochi elementi acquisiti nel corso dei due sopralluoghi. C’è un fotogramma ripreso dalle telecamere di videosorveglianza di Conselve, c’è una descrizione del casco e anche della moto. Gli investigatori dell’Arma riescono anche a risalire ad una targa, scoprendo che però la moto, una potente Yamaha Fz1, è ancora intestata al precedente proprietario nonostante dall’estate 2013 sia in uso ad un’altra persona. I carabinieri, con la supervisione del maggiore Alfredo Beveroni, procedono con gli accertamenti e arrivano al nome di Gian Maria Maggiore. Dopo una serie di appostamenti gli investigatori si rendono conto di non avere a che fare con il solito rapinatore solitario di farmacie. Il ventiquattrenne, infatti, vive ancora in casa con i genitori. All’interno della villa con piscina di via Adria in cui risiedono, hanno ricavato una dependance per il figlio che però non sta vivendo un grande periodo a livello personale. Con l’autorizzazione del pubblico ministero Benedetto Roberti procedono alla perquisizione. Ai genitori dicono di dover notificare al ragazzo alcuni atti urgenti. Lui in camera non c’è ma il letto è ancora caldo. Nel corso della perquisizione, in un cassetto, i militari trovano un modesto quantitativo di marijuana ma anche il casco utilizzato nel corso delle due rapine, lo stesso giubbotto, la moto parcheggiata in garage. Il giorno successivo Gian Maria Maggiore si presenta in caserma con il suo legale, l’avvocato Paola Rubini dello studio Ghedini-Longo. Davanti al maresciallo ammette tutte le sue colpe, evidenziando il periodo difficile vissuto. Questo non gli evita il fermo di polizia giudiziaria per il reato di rapina.

Rampollo della Padova-bene

Il padre è maestro di equitazione e gestisce un maneggio vicino a casa, la madre appartiene alla famiglia Scapolo che un tempo gestiva una serie di tipografie. Il ventiquattrenne, però, è rimasto incagliato in una delle tante difficoltà che si possono incontrare in gioventù. E ora si ritrova a dover pagare a caro prezzo per gli errori commessi.

@enricoferro1

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova