Arresti dei neofascisti: Marco Pavan, un ammiratore di Mussolini

Il trentenne operaio di Piombino Dese, incensurato, è accusato di essere un "affiliato operativo" all'associazione che si ispirava a Ordine Nuovo. E' agli arresti domiciliari
Marco Pavan in una foto tratta da Facebook
Marco Pavan in una foto tratta da Facebook

PIOMBINO DESE. Sarebbe stato un «affiliato operativo» dell'associazione clandestina «Avanguardia Ordinovista» che, secondo gli inquirenti, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzioni per sovvertire l'ordine democratico dello Stato. Da lunedì mattina, Marco Pavan, 30 anni, si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Piombino Dese.

Il giovane, che di professione fa l'operaio in un'azienda metalmeccanica dell'Alta Padovana, vive con i genitori nella frazione di Torreselle e ha una grande venerazione per Mussolini.

Una famiglia tranquilla, che a Piombino Dese è arrivata poco meno di cinque anni fa. Anche il papà fa l'operaio, mentre la mamma si occupa della faccende domestiche.

Marco Pavan è nato a Mirano, nel Veneziano, ma prima di trasferirsi nel Padovano ha vissuto a Scorzè. Una fedina impeccabile, la sua, così come quella dei genitori. Mai nessuna protesta, mai nessuna adesione ad iniziative di contestazione, Nè proclami ideologici sbandierati: solo lavoro.

La piccola frazione di Torreselle, suo malgrado, ieri si è trovata al centro della bufera mediatica che ha coinvolto numerose province d'Italia per ilblitz deciso dai Ros che tornano a colpire dopo aver sgominato, nel marzo scorso, il gruppo di venetisti: allora a coordinare l’inchiesta fu la procura di Brescia, oggi il dossier è sul tavolo della procira dell’Aquila. Grande l’incredulità per le accuse contestate.

«Terroristi nel nostro Comune? No, non ci vogliamo credere». È il commento della maggior parte dei residenti di Piombino Dese, che non nascondono una certa apprensione rispetto alle notizie divulgate nell'arco della giornata dai tg nazionali.

A gettare acqua sul fuoco e cercare di mettere un po’di tranquillità tra i suoi compaesani, è il sindaco del paese, Pierluigi Cagnin: «Non conosco Marco Pavan e la sua famiglia», spiega il primo cittadino. «Sono venuti ad abitare nel nostro Comune da tre o quattro anni, prima vivevano nel Veneziano. Finora non c'è stata mai l'occasione di fare la loro conoscenza. Se gli investigatori hanno proceduto ad un arresto nei suoi confronti avevano certamente gli elementi per farlo, ma finché non c'è una sentenza di condanna definitiva una persona rimane innocente. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso. Per quanto riguarda il territorio di Piombino Dese, credo il caso di Marco Pavan sia un evento isolato, che ha trovato forma essenzialmente via internet e non in luoghi fisici del nostro Comune. È da sette anni che faccio il sindaco di Piombino Dese e mai ho avuto sentore di gruppi che si ritrovassero per organizzare azioni eversive o terroristiche. Mi sento quindi di rasserenare la popolazione in merito a questo episodio che tanto clamore ha creato nella nostra comunità».

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