Assalti ai bancomat con l’esplosivo quattro volti noti di nuovo indagati

Fontaniva
Ventuno assalti a bancomat o postamat, fatti esplodere con ordigni esplosivi di costruzione artigianale, in alcuni casi tentati, in altri andati a buon fine; poi furti o ricettazione di auto e di targhe automobilistiche, detenzione e porto in luogo pubblico di esplosivi.
È di nuovo lunga la lista di reati contestati a quattro ormai noti esponenti della banda specializzata nei colpi agli apparecchi Atm di istituti di credito o uffici postali tra il Veneto (l’Alta Padovana con le province di Vicenza e Rovigo), la Lombardia (province di Mantova, Lodi, Pavia e Cremona) e l’Emilia Romagna (Bologna, Modena e Reggio Emilia). Sono tornati sotto inchiesta Maich Gabrieli, 44 anni di Rosà, e Davide Gabrieli Massaroni, 39 sempre di Rosà, entrambi rinchiusi nel carcere di Lecce; il trevigiano Franco Battistutti, 53 anni di Trevignano detenuto a Treviso, e il vicentino Denis Zanon, 46enne di Tezze sul Brenta, unico indagato in stato di libertà.
È dall’inchiesta definita la scorsa settimana, con condanne a carico dei quattro, che è nato questo secondo filone d’indagine grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali destinate a completare tutta una serie di caselle rimaste “scoperte”.
Un esempio? Se qualche giorno fa, fra i tanti episodi attribuiti alla banda, solo Davide Gabrieli Massaroni era stato condannato a 5 anni, 10 mesi e 20 giorni per l’assalto al bancomat dell’ufficio postale di via Sacro Cuore a Padova del 17 aprile 2019 (oltre ad altri), il nuovo procedimento contesta la compartecipazione al colpo pure a Maich Gabrieli (a quest’ultimo l’altro giorno sono stati inflitti 5 anni, 2 mesi e 320 giorni). Dei 21 assalti indicati nel capo d’accusa, tutti sono stati messi a segno dai Gabrieli tra l’aprile e il novembre 2019, in qualche caso con l’aiuto o di Battistutti o di Zanon, sempre secondo il pm Benedetto Roberti che coordina l’inchiesta. Maich Gabrieli era uscito dal carcere il 15 luglio 2018 dopo aver scontato 15 anni e 4 mesi per la rapina nella gioielleria Piras ad Abano finita con l’uccisione dell’orefice e la morte di un bandito.
Ecco l’elenco degli assalti: il 17 aprile al postamat di Padova nel quartiere Sacro Cuore (fallito) e al postamat di Fontaniva (20.900 euro il bottino); il 18 luglio al Postamat di Roverbella (20.560 euro); l’8 agosto al postamat di Asola (29.400 euro) e al bancomat AntonVeneta- Monte dei Paschi di Sarmeola di Rubano (fallito); il 26 ottobre al bancomat Unibanca di Torrevecchia Pia (colpo fallito) e Banco Bpm di Roverbella (52.300 euro); il 27 ottobre al bancomat Credito Cooperativo Caravaggio Adda a Soncino (mille euro) e Banca Valsabbina di Desenzano sul Garda (32.850 euro); il 3 novembre al postamat di Landriano e al bancomat Banca Intesa San Paolo di Serravalle a Po (entrambi gli assalti falliti); il 4 novembre al postamat di Modena San Damaso (34.160 euro); l’8 novembre al bancomat Bpm a Rubiera e Banca Credem a Modena (colpi entrambi falliti); il 9 novembre al bancomat Banca Centropadana a Sant’Angelo Lodigiano nel centro commerciale Le Torri (46.540 euro); il 17 novembre al bancomat Banca Centropadana a Sant’Angelo Lodigiano in via Partigiani (23.790 euro), Cassa Padana Banca a Gadesco Pieve Delmona (11.530 euro) e al postamat di Campogalliano (colpo fallito); il 24 novembre al postamat di Concordia sul Secchia (28.670 euro) e di Anzola Emilia (fallito); il 25 novembre al postamat di Sant’Agata Bolognese (pure fallito). —
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