Assalto al bancomat a colpi di flessibile e fiamma ossidrica

Veggiano: entrano dal retro e “arrostiscono” la porta blindata usata per ricaricare lo sportello: bottino di migliaia di euro
BELLOTTO - FOTO PIRAN - VEGGIANO - BANCOMAT ANTONVENETA PER WEB
BELLOTTO - FOTO PIRAN - VEGGIANO - BANCOMAT ANTONVENETA PER WEB

VEGGIANO. Nuova tecnica, molto più efficace, per svuotare bancomat e casseforti: invece di farli saltare in aria con l’acetilene, si entra dal retro e si aprono con flessibili e fiamme ossidriche. Addio alle "marmotte " esplosive, quindi, ora si va di fiamma e cannello. Questa la tecnica messa in atto la notte scorsa per svuotare il denaro contenuto nello sportello della banca Antonveneta-Montepaschi, che si affaccia su via Roma a Veggiano, davanti al municipio. La medesima, a dire il vero, utilizzata due settimane orsono per svuotare le casseforti dell'ufficio postale di Rubano.

POLETTO - FOTO PIRAN - VEGGIANO -BANCOMAT ANTONVENETA
POLETTO - FOTO PIRAN - VEGGIANO -BANCOMAT ANTONVENETA

Contrariamente all'assalto alle Poste, i ladri sono si sono presi la briga di disattivare il sistema d’allarme. Che, infatti, si è messo in funzione alle 4 e mezzo, facendo arrivare la sorveglianza, che a sua volta ha chiamato i carabinieri. I ladri però hanno agito rapidissimi, in sette minuti al massimo. Per entrare hanno forzato con un piede di porco (trovato sul posto) la porta di sicurezza, che non ha opposto grande resistenza. Mentre l'allarme si attivava, sono riusciti ad arrivare al retro dello sportello bancomat, alla porticina metallica da cui il personale della banca infila le banconote quando ricarica lo sportello.

E l'ultima ricarica, di diverse migliaia di euro, deve averla eseguita venerdì sera, quando la banca è chiusa per il weekend e il bancomat viene riempito di una maggior quantità di denaro rispetto ai giorni infrasettimanali. Altra differenza da Rubano è stato l'uso di una fiamma ossidrica, si presume, che non ha lasciato bruciature, fumo denso e quel principio di incendio che invece era ancora attivo alle 6 e mezzo, quando le Poste rubanesi hanno riaperto i battenti: in quel caso devono aver usato un flessibile.

I ladri hanno lasciato anche una bottiglietta, forse contente acqua o acetilene, che servono a creare le miscele per attivare la fiamma ad altissime temperature in grado di tagliare il metallo. Questi gli elementi in mano ai carabinieri, intervenuti con una pattuglia di Mestrino e una del Nucleo Radiomobile di Padova, con i quali avviare le indagini.

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