Atlante Second Life, il nuovo censimento degli edifici abbandonati a Padova

L'Ordine degli Architetti di Padova lancia il progetto "Atlante Second Life", per il riuso e la riconversione di edifici pubblici e privati dismessi. Cittadini, studenti e professionisti coinvolti nel progetto 

Cristiano Cadoni
Ex officine Breda
Ex officine Breda

Non costruire ma convertire, ristrutturare, rigenerare. E prima ancora, ripensare. Spazi, edifici pubblici e privati, infrastrutture in disuso possono avere una seconda vita, più adatta alle nuove esigenze.

Un casello in disuso può diventare attrazione turistica, una pizzeria abbandonata può essere luogo di ritrovo per i ragazzi, una canonica rimasta disabitata può trasformarsi in casa per anziani.

C’è spazio per qualsiasi segnalazione - e dunque per qualsiasi proposta - nell’Atlante Second Life, progetto lanciato dall’Ordine degli architetti della provincia di Padova sulla scia di un’iniziativa analoga già sperimentata a Bergamo e in fase di avvio anche a Brescia e Cremona.

È un censimento aperto a tutti che punta a individuare luoghi e strutture non più utilizzati o che potrebbero essere usati meglio.

Mappa degli edifici da riqualificare
Mappa degli edifici da riqualificare

La differenza, rispetto ad altri censimenti, è che l’Ordine - una volta raggiunto un certo numero di segnalazioni - si farà carico di portare le proposte di riutilizzo alle amministrazioni comunali», spiega l’architetto Andrea Sarno, consigliere dell’Ordine e insegnante di fotografia all’istituto Valle.

«E si offrirà di supportarle per concorsi di idee, per la stipula di convenzioni e per l’individuazione di fonti di finanziamento, dal Pnrr a eventuali bandi ministeriali o europei. L’obiettivo dev’essere quello di attivare piani di recupero».

A Bergamo, dove il progetto è in fase avanzata, un edificio in disuso è stato già riconvertito a nuove funzioni e per altri due è partito un concorso di idee.

Cittadinanza attiva

Il ruolo dei cittadini, sia nel censimento che nel suggerimento di possibili riconversioni, è strategico e prezioso.

Lo sarà anche quello dei docenti e degli studenti di alcuni istituti padovani che da anni collaborano con il Valle e che nei prossimi mesi saranno coinvolti nel progetto. «L’urbanistica partecipata prevede che siano i cittadini a ispirare se non proprio a reclamare il recupero di spazi e strutture per nuovi usi», spiega Sarno.

«È anche una forma di cittadinanza attiva, educa a prendersi cura dei luoghi d’affezione o a far diventare tali gli spazi e gli edifici che oggi sono semplicemente abbandonati».

La mappa in città

In poche settimane e praticamente senza che l’iniziativa sia stata lanciata pubblicamente, sono già trentasei i “segnalini” posizionati sulla mappa alla quale si accede tramite il qr code che riportiamo qui sotto o partendo dal sito aslarchitettura.it, cliccando sul link di Padova. Un quarto delle schede riguarda il capoluogo.

C’è chi vorrebbe ricavare un Parco del Fanciullo in uno spazio delicato e critico come piazza Salvemini, chi vorrebbe riconvertire il casello autostradale in disuso di via Ronchi Bassi in terrazza panoramica e struttura turistica, chi trasformare l’edificio inutilizzato di via Santi Fabiano e Sebastiano in Casa delle associazioni.

E ancora, chi chiede di ristrutturare le case popolari di via Telesio, chi fare una biblioteca di quartiere nell’ex chiesetta di via Bembo, chi ricavare un auditorium nell’ex cinema Altino. Idee nuove, altre ripescate da dibattiti che sembravano essersi esauriti e che invece i cittadini non hanno dimenticato.

In provincia

Nella mappa ci sono anche grandi strutture, come le ex Officine Breda, il recupero delle quali aprirebbe le porte a infinite opportunità di riuso, o la Certosa di Vigodarzere per la quale si chiede semplicemente il recupero. Ma anche l’ex cementificio Zillo di Este, per il quale si suggerisce la conversione in parco acquatico, attraverso il riutilizzo delle vasche. O l’ex bar-pizzeria di Legnaro, lungo la Romea, che - se trasformato in locale o discoteca - darebbe risposta alla mancanza di luoghi di aggregazione per i ragazzi della zona.

Oppure l’ex Casa del fascio di via Medi a Rubano per la quale c’è chi propone un accorpamento con il blocco scolastico o la creazione di una casa delle associazioni. Spazio, quest’ultimo, del quale evidentemente si sente bisogno a Rubano perché c’è anche la proposta di ricavarlo attraverso il recupero dell’ex distretto sanitario.

Gli spazi di ritrovo per i giovani sono evidentemente una necessità diffusa visto che anche ad Arre c’è chi chiede di realizzarne uno attraverso il recupero dell’edificio in disuso in via Roma.

Ed è così anche a Cittadella, dove l’edificio da riconvertire sarebbe quello lungo la Sr53, e a Carmignano, sempre lungo la Sr53, dove c’è una vecchia fabbrica abbandonata. Non mancano le richieste di spazi per mostre (San Martino) e laboratori artistici (Battaglia, via dei Colli e Vigodarzere, via Leonardo da Vinci). Ma ci sono anche sogni piccoli, come quello di chi in un prato con quale albero sogna semplicemente di ricavare un’area cani dove far correre il proprio cucciolo. 

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