Attacco a Bruxelles. Il progetto di Salah: colpire come a Parigi

Il terrorista arrestato e i suoi complici avevano pianificato azioni multiple. Tra gli obiettivi la centrale nucleare di Liegi. Gli attentati sono stati anticipati
epa05229158 Thousands of people gather and pay tribute to the many people killed and injured in multiple terrorist attacks in Brussels on 22 March, during a minute of silence at Place de la Bourse, Brussels, Belgium, 24 March 2016. Security services are on high alert following two explosions in the departure hall of Zaventem Airport and one at Maelbeek Metro station in Brussels. Many people died and even more were injured in the attacks which Islamic State (IS) has since claimed responsibility for. EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
epa05229158 Thousands of people gather and pay tribute to the many people killed and injured in multiple terrorist attacks in Brussels on 22 March, during a minute of silence at Place de la Bourse, Brussels, Belgium, 24 March 2016. Security services are on high alert following two explosions in the departure hall of Zaventem Airport and one at Maelbeek Metro station in Brussels. Many people died and even more were injured in the attacks which Islamic State (IS) has since claimed responsibility for. EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON

ROMA. Salah Abdeslam stava organizzando assieme ad altri due complici, Mohamed Belkaid e Amine Choukri, un attacco a colpi di kalashnikov per le strade di Bruxelles, mentre il gruppo di terroristi partito dal covo di Schaerbeek avrebbe dovuto farsi saltare in aria mettendo in atto un piano analogo a quello di Parigi. Giorno prescelto: il lunedì di Pasqua. È il retroscena inquietante che emerge dalle indagini dopo la cattura del solo superstite alla strage di Parigi.

La sparatoria avvenuta nel covo di Forest, nel corso della quale è stato ucciso Belkaid, ha di fatto impedito l’attuazione del piano. Salah e Choukri sono stati arrestati il 18 marzo in un’abitazione di Molenbeek. Belkaid è morto durante il blitz della polizia a Forest due giorni prima. Ora si scopre che i tre, erano pronti ad agire proprio martedì, il giorno degli attentati alla metro e all’aeroporto di Zavantem, per completare un piano ancora più sanguinoso. Secondo fonti investigative è probabile che Salah, Choukri e Belkaid avrebbero «integrato» l’attacco alle metro e all’area check-in con assalti armati in centro. L’avvocato di Salah Abdeslam, Sven Mary, ha spiegato come il suo assistito «non fosse al corrente del piano per colpire Bruxelles». Inoltre Salah avrebbe affermato di non conoscere i fratelli El Bakraoui. Ma rimane ancora il dubbio che Abdeslam sapesse del piano di Bruxelles.

Un secondo kamikaze nella metro. C’è un quinto uomo nel commando che il 22 marzo ha ucciso 34 persone. Un altro kamikaze era con Khalid el-Bakraoui nella metro di Bruxelles. Nelle immagini delle telecamere di sorveglianza lo si vede accanto a Khalid mentre nella stazione di Maelbeek trasporta una grossa borsa. Non si conosce ancora l’identità del quinto uomo che potrebbe essere morto nell’esplosione della metro oppure fuggito.

Nessuna traccia invece del terrorista che all’aeroporto Zavantem è stato filmato con un cappello scuro e un cappotto chiaro, e che dopo aver assistito all’esplosione dei suoi complici, Ibrahim El Bakraoui, 30 anni (fratello di Khalid) e Najim Laachraoui di 25, ha gettato via la valigia con la carica esplosiva ed è scappato dall’aeroporto devastato. Si conteranno 14 morti e centinaia di feriti. A questo punto i terroristi in fuga sono quattro. Tutti collegati tra di loro.

I fratelli El Bakraoui erano nella lista nera Usa. Khalid e Ibrahim i fratelli kamikaze di Bruxelles erano stati identificati dall’intelligence americana come “potenziale minaccia terroristica”. Continua intanto il difficile lavoro degli investigatori per ricomporre il puzzle delle indagini sulle stragi di Bruxelles. L’unica cosa certa è che il commando faceva parte della stessa cellula dell’Is che ha agito il 13 novembre a Parigi. Un gruppo che si è radicalizzato in carcere più che nei campi di addestramento in Siria e Iraq. Stesso l’artificiere, Najim Laacharoui, morto nell’esplosione in aeroporto, stessi i quartieri di provenienza dei terroristi: Molenbeel e Schaerbeek. Non solo. Khalid El Bakraoui è il terrorista che sotto falso nome prese in affitto un alloggio in un residence a Charleroi, a Parigi, utilizzato dagli attentatori la notte prima della strage. Da li partì il gruppo di fuoco diretto allo Stade de France di cui faceva parte anche Salah che poi rimarrà l’unico superstite di quella notte in cui morirono 130 persone. «Dovevo farmi esplodere allo stadio, ma poi ci ho ripensato» avrebbe detto al magistrato federale Salah, il terrorista che portò al boulevard Voltaire il fratello Brahim prima che questo azionasse la sua cintura esplosiva, uccidendosi davanti ai suoi occhi. È proprio l’arresto di Salah e la paura di una possibile “collaborazione” con la giustizia (ora ritrattata) che avrebbe convinto la cellula dell’Is in Europa a mettere a segno prima del previsto il duplice attentato in Belgio. Per la fretta hanno cambiato l’obiettivo.

Volevano colpire centrali nucleari. C’era la centrale nucleare di Liegi nel mirino del gruppo jihadista che ha seminato la morte nella capitale belga. A novembre, dopo gli attentati di Parigi, i terroristi avevano piazzato una telecamera nascosta davanti la casa del direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare belga. Si tratta di un video di una decina di ore circa sequestrato il 30 novembre a casa di Mhamed Bakkalo. A piazzare la telecamera sarebbero stati proprio i fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui. La metro a Maelbeek e lo scalo di Zavantem sono diventati il loro obiettivo in un secondo momento. Il 17 febbraio scorso le autorità belghe hanno deciso di schierare 140 militari attorno alla centrale. Per garantire la sicurezza è stato ritirato il permesso di entrare ad undici dipendenti della centrale nucleare di Tihange. Il divieto è stato imposto a sette persone subito dopo l’operazione condotta a Forest, quartiere da cui è scappato Salah, poi ad altre quattro dopo gli attentati di martedì scorso.

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