Attiva da 57 anni la Oma Illuminazione chiude i battenti
La concorrenza e la scarsa innovazione le cause della crisi Senza lavoro sei dipendenti, ma c’è chi spera nel salvataggio

BASCHIERI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ESTERNO OMA LAMPADARI VIA TUNISI
PADOVA. Ha chiuso i battenti l’1 dicembre un altro pezzo della storia artigiana di Padova. Dopo 57 anni la Oma Illuminazione di via Tunisi, all’Arcella, ha ceduto ad un mercato in piena evoluzione e dove i grandi e-commerce globali mangiano pezzo dopo pezzo gli spazi ancora a disposizione di chi per una vita intera ha realizzato e venduto prodotti artigianali. Ai 6 dipendenti dell'azienda di proprietà della famiglia Brunello la notizia è giunta non proprio inaspettata il 27 novembre scorso con una lettera di licenziamento che comunicava a chi ancora non aveva scelto di muoversi per proprio conto la cessazione di un'attività storica per il territorio.
«I dipendenti della Oma si sono rivolti a noi per capire come fosse meglio agire per recuperare almeno in parte i tre stipendi che l'azienda non era riuscita a saldare», spiega Daniele Cerato, fino al 31 dicembre membro della segreteria della Fim Cisl di Padova e Rovigo e ora in forza alla Fisascat Cisl di Venezia. «L'imprenditore aveva fatto il possibile per tirare avanti ma la completa assenza di innovazione e la concorrenza da una parte degli e-commerce e dall'altra dei produttori stranieri a basso costo avevano messo in ginocchio i conti della società già da tempo. Cinque lavoratori, seguendo il nostro consiglio, si sono dimessi per giusta causa mentre solo a uno di loro è stata inviata una lettera di licenziamento per cessata attività».
Una storia nata con uno dei padri del design italiano nel mondo quando, nel 1960, Vladimiro Brunello il capostipite della famiglia imprenditoriale rilevava un’officina meccanica di Venezia riferimento esclusivo del grande architetto Carlo Scarpa. Nei laboratori di Oma (Officina Meccanica Artigianale) per decenni si sono realizzate lampade speciali in ottone per l'illuminazione delle opere in esposizione alle grandi mostre internazionali ma pure per gli alberghi di tutta Europa. «Ho lavorato in Oma per 17 anni», spiega il responsabile dell'officina Marco Agus, oggi 39enne. «Non si faceva innovazione ma la qualità c'era e i nostri prodotti rappresentavano un'eccellenza indiscussa dell'artigianato Made in Italy ed abbiamo ancora ordini provenienti da molti paesi d'Europa. Ho fiducia di trovare un nuovo lavoro ma molti miei colleghi hanno più di 50 anni. Per quanto capisca la situazione, continuo a sperare che qualcuno possa rilevare la società e farla ripartire».
Ma il modello di business di Oma non si reggeva solo sulla produzione, ma anche sul suo show room di via Tunisi dove i pezzi di Oma stavano sugli stessi scaffali di firme di grido del design internazionale come Flos, Foscarini. «La crisi è arrivata con il 2008», ricorda Agus, «e internet non ha facilitato le cose. Dapprima Oma ha chiuso il suo storico punto vendita di via Roma a Padova e poi ha iniziato a vedere i clienti ridursi a vista d'occhio con l'avvento di Amazon». E se una segreteria telefonica dell'azienda comunica che Oma è chiusa per ristrutturazione e sarà pronta a riaprire i battenti a febbraio, sindacato e lavoratori sono convinti che solo un miracolo possa salvarla.
Riccardo Sandre
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
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