Auchan aperto il lunedì dell’Angelo: lavoratori in rivolta

PADOVA. Nel commercio è scoppiata “La guerra di Pasquetta” che, quest’anno, capita il primo aprile. Il gruppo francese Auchan ha già comunicato ai sindacati (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl ed Uiltucs-Uil), che saranno aperti, tutto il giorno anche i punti vendita di Mestre e di Padova.
La reazione. Appena venute a conoscenza dell’apertura, commesse, cassiere e magazzinieri si sono rivolti al sindacato ed è stata già programmata, per i prossimi giorni, una prima assemblea. «Non esiste» sostiene Fernando Bernalda, segretario provinciale di Uiltucs «come hanno già deciso quasi tutti gli altri grandi commerciali, anche Auchan deve restare chiuso. Sarebbe concorrenza sleale. E poi le lavoratrici hanno tutti i diritti a riposarsi sia a Pasqua che nel giorno di Pasquetta, come d’altronde fanno i lavoratori degli altri settori. O Auchan ritira la drastica decisione oppure la Uil non esclude la mobilitazione».
La concorrenza. Ma è proprio vero che soltanto Auchan aprirà i battenti a Pasquetta? «Fino ad oggi, salvo ripensamenti in extremis, noi di Aspiag Service (Gruppo Despar Nordest) abbiamo deciso di tenere chiusi i nostri punti vendita sia a Pasqua che a Pasquetta» sottolinea l’amministratore delegato, Paul Klotz «in fondo anche i nostri dipendenti hanno diritto di riposarsi in famiglia per almeno due giorni consecutivi in una ricorrenza cattolica così importante». Diversa la posizione del presidente dei supermercati Alì. «Al momento abbiamo in programma di tenere aperto solo l’Alìper di Abano Terme» spiega Francesco Canella «attualmente, però, non posso dire con certezza se terremo aperti altri punti vendita. Io non ho alcuna voglia di aprire a Pasquetta. Terrò aperto qualche supermercato soltanto se i miei concorrenti diretti decideranno in questo senso».
Libera la domenica. Intanto la Confesercenti, in collaborazione con la Diocesi e i sindacati, nella raccolta delle firme per promuovere una legge d’iniziativa popolare a tutela del lavoro nel commercio, ha comunicato di avere raggiunto, solo in provincia di Padova, 4 mila sottoscrizioni. «Il decreto Salva Italia va abolito» dice il direttore Maurizio Francescon «non è possibile che i grandi gruppi commerciali abbiano la licenza di poter aprire tutti i giorni. Purtroppo la Corte Costituzionale ci ha dato torto, ma la situazione che si è creata, in Veneto come in tutta Italia, non può durare all’infinito: sia perché i lavoratori non possono essere spremuti come limoni e sia perché la concorrenza spaventosa dei grandi gruppi non può continuare a far chiudere migliaia di negozi, i cui titolari non dispongono certo delle risorse necessarie per tenere aperto la domenica. Speriamo che tra i primi provvedimenti del Governo ci sia una nuova legge che, in materia di commercio, restituisca il ruolo legislativo principale alle Regioni e non allo Stato».
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