Auto lasciate sulla ciclabile «Basta, mettete i paletti»

Residenti esasperati in via Armistizio, eppure in zona i posti non mancano Il titolare di una pizzeria aperta fino alle 4 non fa mangiare chi parcheggia male

ARMISTIZIO. «Se qualcuno parcheggia sulla ciclabile, da me non entra: o sposta le vettura o non mangia la pizza. Né entra se ha lo stereo ad alto volume: prima deve spegnere. Ci sono delle regole di educazione che vanno rispettate, a mezzogiorno come alle 3 del mattino». A parlare è Valdimiro “Vladi” Ianne, titolare della pizzeria al taglio Isamarket in via Armistizio, aperta dal 1984, che il fine settimana tira su la serranda alle 18 e la chiude alle 4. «La mia pizza», ride, «è la più buona della città dopo le tre di notte, dato che sono anche l’unico aperto...».

Dunque da Vladi il via vai è garantito, ma mai un lamento, una protesta, un rimprovero da parte dei vicini. «È vero», conferma, «perché io tengo al vicinato, a casa mia, alla mia strada». Ed è la dimostrazione conclamata che si possono fare affari a qualsiasi ora della notte in pace con il riposo dei residenti. Tuttavia la questione ciclabile non dipende solo dal ristoratore. «Ogni sabato caccio via due auto, di cui una è soprannominata di Batman perché è nera e con l’alettone rialzato. Sono due “discotecari” che frequentano il locale Big Club. Ma non è tanto la notte che ci sono problemi con la ciclabile, quanto il giorno. Io lascio i miei parcheggi riservati a disposizione di tutti: potrei mettere la catenella, ma non lo faccio per essere utile, però non è sufficiente».

La verità è che i posti di sosta ci sono, proprio davanti alle attività e a distanza di 100-200 metri, tra le stradine dietro le attività commerciali e professionali; quello che non c’è è l’educazione degli automobilisti. Il problema è saltato fuori anche durante l’assemblea del sindaco Sergio Giordani alla Mandria e numerosi residenti hanno chiesto che la pista sia protetta da paletti. Dal calzolaio, fino all’Isamarket, passando per gli ambulatori dei medici, la posta e la farmacia, è un continuo sostare in divieto (spesso con l’autista dentro l’abitacolo) e andar via. Pochi minuti ogni volta, tanto che l’automobilista alle proteste dei ciclisti replica, come un disco rotto: «Ma mi sono fermato un minuto».

«Noi non parcheggiamo mai sulla ciclabile», sottolineano le dottoresse della farmacia, «al massimo transitiamo per immetterci nella strada e, malgrado le attenzioni, ogni tanto c’è qualche diverbio con i ciclisti». I quali non hanno tutte le ragioni del mondo, ma vedersi sistematicamente occupato il loro percorso esclusivo e riservato e rischiare la pelle perché intanto le auto in strada corrono come dannate, fa infuriare la maggior parte dei ciclisti.

Elvira Scigliano



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