Avvisava dei controlli, il carabiniere patteggia
«Visita parenti»: 6 mesi al maresciallo di Gazzo per le telefonate in codice all'imprenditore

IN PENSIONE Il maresciallo Giorgio Marcon ex c.te a Gazzo
GRANTORTO.
Patteggia sei mesi Giorgio Marcon, l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Gazzo coinvolto nello scandalo del traffico illecito di rifiuti della Levio Loris. Il 55enne maresciallo in pensione (ci è andato l'1 maggio 2009, Levio è stato arrestato il 24 del mese dopo) per il pubblico ministero Silvia Scamurra ha violato l'obbligo del segreto avvertendo in due occasioni Levio Loris degli imminenti controlli dei colleghi del Noe di Venezia. Difeso dall'avvocato Valentino Menon, giovedì è stato l'unico dei 15 imputati davanti al Gup a chiudere la sua posizione giudiziaria. La frase in codice a Loris Levio per avvertirlo dell'arrivo dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Venezia (Noe) era questa: «Visita parenti». Il maresciallo Giorgio Marcon, come di prassi, veniva avvisato dai colleghi del Noe per la competenza territoriale e per un possibile supporto logistico. Immancabilmente Loris veniva avvisato e, durante il controllo, era tutto in regola. Per gli altri 14, tutti dipendenti della ditta dell'Alta Padovana, ogni decisione viene trasferita alla procura distrettuale di Venezia. La decisione del Gup di Padova Lara Fortuna è arrivata dopo aver accolto l'eccezione presentata dall'avvocato Filippo Paccagnella, difensore di uno degli imputati. La modifica dell'articolo 51 del codice di procedura penale, che attribuisce la competenza sui reati da parte delle procure, ha inserito il reato di traffico illecito di rifiuti fra quelli di competenza distrettuale. Allo stesso tempo il Gup competente diventa quello distrettuale, per cui Lara Fortuna ha disposto l'invio delle carte a Venezia. Sui 14 dipendenti grava a vario titolo l'accusa di traffico illecito di rifiuti, falsa documentazione, gestione illecita di rifiuti e associazione a delinquere. I quattro stabilimenti di Badia Polesine, Vigonza, Selvazzano e Grantorto vennero sequestrati, insieme ai 70 camion che venivano utilizzati per i trasporti. I 14 rinviati a giudizio sono Emilio Malfatti di Grantorto, Maurizio Biasibetti di Campo San Martino, Francesco Busana di Grantorto, Renzo Capuzzo di Badia Polesine, Michele Ragazzo di Pianiga, Sonia Boschetto di Selvazzano Dentro, Davide Bozzolan di Grantorto, Monica Marella di Costa di Rovigo, Flavia Canaia di Grantorto, Amanda Bonaguro di Trecenta, Paolo Baccaglini di Lendinara, Catia Varotto di Vigonza e Piergiorgio Soranzo di Selvazzano e Silvia Comin di Cittadella.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video