Aziende fantasma per frodare il fisco

Sono per lo più società fantasma quelle dove nei giorni scorsi la Guardia di finanza di Padova ha messo a segno una serie di perquisizioni nell’ambito dell’operazione “Oltre confine” che la settimana scorsa aveva portato all’arresto per frode fiscale di Bruno Antonello, 60 anni, di San Martino di Lupari, e Massimo Benetti, 56, di Arzignano. I due hanno messo in piedi una rete di società, la cui sede spesso si riduce a un ufficio, talvolta nemmeno quello, il cui unico business era l’emissione di fatture false per un giro di almeno 27 milioni di euro. Novanta le perquisizioni in tutta Italia effettuate dalla Guardia di finanza: a Padova, Vicenza, Treviso, Rovigo, Verona, Pisa, Roma, Milano, Ancona, Bergamo, Imperia, Torino, Ferrara, Varese e Como. Finora le società reali individuate, quelle sospettate di beneficiare delle fatture false, sono almeno sei tra Padova e provincia. La prima della lista è la Marpel srl, la cui attività è cessata l’anno scorso, e da cui è partita tutta l’indagine.
L’azienda, che aveva una sede a Padova in via Nona Strada 23/c e una unità locale ad Arzignano nel Vicentino, si occupava di commercio all’ingrosso di pelli e cuoio. Indagati in concorso con Antonello e Benetti per frode fiscale sono Angelo Verlato e Mara Rampin, rispettivamente amministratore di fatto e di diritto della società che dalle cartiere si sarebbe fatta fatturare fittiziamente, per forniture inesistenti, oltre due milioni di euro. Gli stessi Verlato e Rampin sono amministratori anche della Imapel srl, anche questa nel settore pellami con sede a Padova, in Corso Stati Uniti 23/I, e magazzino ad Arzignano. In questo caso sarebbero state contabilizzate fatture false per poco più di 60 mila euro. Società fantasma è invece la Palladio 2014 srl la cui sede dovrebbe essere al civico 32 di via Venezia a Campo San Martino: all’indirizzo corrisponde l’ingresso secondario di un capannone in disuso. Secondo i finanzieri la Palladio è solo una scatola vuota, usata da Antonello, Benetti e i loro sodali, per fare da tramite nel “carosello” di fatture con le società reali. Le perquisizioni hanno interessato anche la El Paso 2011 con sede in via Enrico Toti 25 a Padova, operante nel commercio all’ingrosso di pelli e lavorati per pellicce.
Del settore costruzioni meccaniche e officine sono invece tre aziende dell’Alta padovana che hanno ricevuto la visita della Guardia di finanza: Mec 33 snc di Pierobon A. & Zandarin P. e D. di Tombolo, Tiemme srl di San Martino di Lupari e della V. S. G. srl, la cui attività è cessata in favore della Tiemme, (l’indirizzo infatti è il medesimo - via Passo del Carro 44). Di tutte e tre sono stati sequestrati bilanci e documenti fiscali per verificare se le fatture false siano state effettivamente contabilizzate, passaggio necessario al fine di contestare la frode fiscale. Nove le cartiere smascherate dalle indagini coordinate dalla Procura di Vicenza: la A F Ingross sas e la Vemar Trade srl di Saccolongo, la GZ Trading e la Matane di Abano Terme. All’estero erano attive la Brujoma (Slovacchia, Madiomesa e Champerico (Repubblica Ceca), Import Export-Duncan Turcan (Polonia) e Memphis Trading (Ungheria).
Contemporaneamente alle perquisizioni è stata data anche una prima parziale esecuzione, tramite rogatoria internazionale, al decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Vicenza Roberto Venditti, sulle disponibilità finanziarie dei membri dell’associazione: al momento si tratta di una cassetta di sicurezza in Austria dove erano custoditi 110 mila euro in contanti. Ma già la scorsa settimana, in contemporanea con gli arresti di Antonello e Benetti e altre quattro persone, erano stati sequestrati beni per oltre un milione e 300 mila euro, tra contanti, conti correnti, conti deposito, immobili e auto. Secondo gli investigatori solo una piccola fetta del tesoretto messo insieme con le fatture false.
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