Il trapper Baby Gang (condannato) suonerà sul palco di Piazzola. Il Comune: «Approfondiremo»
La Cassazione ha confermato una pena di 2 anni e 9 mesi per il trapper marocchino con 6,3 milioni di follower su Spotify che sarà ospite nell’Alta padovana il prossimo 15 luglio. L’imbarazzo dell’amministrazione comunale

I numeri di Baby Gang: 6,3 milioni di follower su Spotify, canzoni che superano anche i 154 milioni di ascolti, una dozzina di date estive in tutta l’Italia. E pure una condanna a 2 anni 9 mesi e 10 giorni per il coinvolgimento in una sparatoria avvenuta tra il 2 e il 3 luglio 2022 nel cuore della movida milanese, dove rimasero feriti due senegalesi.
La Cassazione ha confermato la pena per il trapper di Lecco, di origine marocchina, dopo che l’estate scorsa la Corte d’Appello di Milano aveva ridotto per l’artista, all’anagrafe Zaccaria Mouhib e difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, la condanna da 5 anni e 2 mesi in abbreviato a 2 anni 9 mesi e 10 giorni. Era accusato di rissa, lesioni e detenzione di arma clandestina.
La pena confermata ha un risvolto tutto padovano: il prossimo 15 luglio il trapper sarà sul palco dell’Anfiteatro Camerini, l’area spettacoli del Piazzola Live Festival, per un concerto che in certi settori vede già il sold out (i biglietti arrivano anche a 77,50 euro).
La condanna costerà l’annullamento della data? Qualcuno sta valutando l’opportunità di far salire sul palco un cantante con una condanna definitiva sulle spalle? D’altra parte, è ancora fresca l’autoesclusione dal Festival di Sanremo di Emis Killa, indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere.
A poche ore dalla notizia uscita dai tribunali milanesi si brancola in realtà nel buio. Contattata, l’agenzia che cura l’immagine di Baby Gang – Parole e Dintorni srl – spiega di non aver avuto ancora alcuna indicazione dall’artista, né di aver chiaro cosa possa e cosa non possa fare il trapper in virtù della condanna.
Baby Gang era stato scarcerato lo scorso giugno e poi gli erano anche stati revocati i domiciliari. Per la condanna definitiva potrà peraltro chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Va detto che, di recente, Baby Gang ha partecipato a incontri nelle scuole nei quali ha parlato ai ragazzi della sua storia e della sua volontà di cambiare.
Anche la Zed, organizzatrice del Festival, non ha avuto indicazioni in merito, né esprime pareri sull’opportunità di ospitare un artista condannato.
Una preoccupazione, pur tra le righe, si legge invece nella nota del Comune di Piazzola sul Brenta: «In merito alla programmazione degli eventi estivi a Piazzola sul Brenta, si precisa che l’organizzazione e la scelta del palinsesto artistico sono stati definiti dal soggetto aggiudicatario già in fase di partecipazione alla gara pubblica. Il Comune, nel rispetto delle procedure e delle competenze previste, non ha titolo per intervenire sulla selezione degli artisti».
Ma la comunicazione continua così: «Siamo tuttavia consapevoli dell’attenzione che la presenza di un artista in particolare può suscitare e, nell’ottica di un confronto costruttivo, intendiamo approfondire la questione con l’organizzatore per comprenderne le valutazioni e il contesto complessivo della rassegna».
Insomma, il timore che l’immagine del Festival piazzolese risenta della presenza di Baby Gang è tangibile.
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