Bagnoli: uccisa dall’anoressia, la famiglia accusa l’Ulss 17 in tv

In un servizio delle «Iene» la storia di Sara Zanin, morta a 24 anni. I genitori accusano l'Usl

BAGNOLI. Un lungo servizio delle «Iene» ha raccontato la storia di Sara Zanin, giovane morta di anoressia a 24 anni l’estate del 2012. Sotto accusa i servizi sanitari dell’Uls 17: per i gentori sono responsabili della morte della figlia. L’inviata del programma di Italia Uno Nadia Toffa aveva conosciuto Sara qualche mese prima e aveva raccolto la drammatica testimonianza della ragazza, alle prese con l’anoressia dall’adolescenza. A fine luglio la giovane, appena uscita dall’ospedale di Este dopo aver rifiutato il ricovero, tornò a casa, si chiuse in bagno e ingerì della soda caustica. Morì dopo qualche giorno di agonia nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Este.

In paese e nei dintorni tanti la conoscevano perché era impossibile non notare la magrezza impressionante e il volto devastato dall’anoressia. Qualche settimana dopo le telecamere delle «Iene» sono tornate a Bagnoli per approfondire le cause che hanno portato al tragico epilogo, intervistando la gente del posto. Al microfono anche i genitori di Sara, che mettono sotto accusa l’Uls 17: «Le hanno permesso di scappare dall’ospedale dove era sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio». Drammatico il confronto fra i genitori e il direttore sanitario dell’Uls 17 Ennio Cardone a Monselice: «Il caso è complesso, ne parlo solo con i genitori», ma il chiarimento non arriva e la famiglia annuncia un’azione legale.

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