Banca d'Italia contro i Catapano

Le merchant-bank erano già state multate nel 2009
IN CELLA. Carmine Catapano
IN CELLA. Carmine Catapano
 Scoprire e smantellare holding criminali come quelle pensate e dirette dai fratelli Giuseppe e Carmine Vincenzo Catapano (quest'ultimo arrestato la settimana scorsa dai carabinieri di Padova a Valencia) non è facile. Anche quando l'attività del Gruppo sia palesemente in contrasto con le leggi che regolano economia e finanza. Ministero dell'Economia e Banca d'Italia, per esempio, si erano accorte già nel 2009 che le merchant bank del Gruppo Catapano agivano fuori dalle regole. Nella delibera del 23 dicembre di quell'anno il direttore generale della Banca d'Italia, nel proporre la cancellazione di Assinvest spa (società riconducibile al Gruppo Catapano), evidenziava che il riferimento a Victoria Bank non compariva nella pagina web di Assinvest - come asseriva la società - ma digitando www.victoriabank.it appariva una pagina a tutto schermo del Gruppo Catapano. Inoltre, già a luglio, sempre la Banca d'Italia aveva multato Carmine Vincenzo Catapano in quanto amministratore unico di Gruppo Assinvest e Califin.  Nonostante le multe e le denunce, i Catapano hanno continuato a perpetrare il loro disegno criminale, forse sicuri che oltre alle multe non sarebbe accaduto nulla. Invece, dopo aver cancellato anche gli intermediari finanziari delle società dagli elenchi, il «caso Catapano» è stato scoperto dai carabinieri di Carmignano Sant'Urbano che partendo dal fallimento della Ares di Este hanno scoperto un business milionario creato da un gruppo campano che «svuotava» le aziende in crisi del Nordest abbandonandole poi al loro destino e hanno arrestato ben quindici persone.

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