Bertolucci, il filo sottile della speranza

Dopo dieci anni e una lunga malattia, Bernardo Bertolucci, torna sullo schermo adattando un romanzo breve di Nicolò Ammaniti, e sintetizzando in poco più di un’ora e mezza buona parte del suo cinema,...
Di Michele Gottardi
Bernardo Bertolucci, Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco in un'immagine diffusa oggi 7 ottobre 2011. Lunedì 10 ottobre Bernardo Bertolucci inizia a Roma le riprese di ?Io e te? tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, sceneggiato dallo stesso regista con Niccolò Ammaniti, Umberto Contarello e Francesca Marciano I giovani protagonisti scelti da Bertolucci tra centinaia di candidati, dopo tre mesi di provini, sono Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco. Antinori interpreta Lorenzo, un quattordicenne solitario e problematico nei suoi rapporti con la famiglia e con il mondo che lo circonda, che sceglie di passare la settimana bianca nascosto nella cantina di casa sua. La Falco è Olivia, la sua sorellastra, fragile e ribelle, che si materializza nel rifugio del fratello a turbarne la quiete. ANSA / UFFICIO STAMPA
Bernardo Bertolucci, Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco in un'immagine diffusa oggi 7 ottobre 2011. Lunedì 10 ottobre Bernardo Bertolucci inizia a Roma le riprese di ?Io e te? tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, sceneggiato dallo stesso regista con Niccolò Ammaniti, Umberto Contarello e Francesca Marciano I giovani protagonisti scelti da Bertolucci tra centinaia di candidati, dopo tre mesi di provini, sono Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco. Antinori interpreta Lorenzo, un quattordicenne solitario e problematico nei suoi rapporti con la famiglia e con il mondo che lo circonda, che sceglie di passare la settimana bianca nascosto nella cantina di casa sua. La Falco è Olivia, la sua sorellastra, fragile e ribelle, che si materializza nel rifugio del fratello a turbarne la quiete. ANSA / UFFICIO STAMPA

Dopo dieci anni e una lunga malattia, Bernardo Bertolucci, torna sullo schermo adattando un romanzo breve di Nicolò Ammaniti, e sintetizzando in poco più di un’ora e mezza buona parte del suo cinema, fatto anche di grandi produzioni e che invece qui si condensa in un film di pochi luoghi e due personaggi. È “Io e te”.

Due ragazzi, due adolescenti non più snob come i “Dreamers” del ’68 parigino, ma non meno autoreferenziali per altre vicende personali, si ritrovano a condividere una cantina, microcosmo claustrofobico della propria esistenza, per qualche giorno. Lorenzo e Olivia sono fratellastri, lui molto solitario, lei molto tossica; non vivono assieme, si conoscono appena: finiscono nello stesso seminterrato, cercando l’uno una libertà precaria fingendo di essere andato in settimana bianca con la scuola, lei un buco dove disintossicarsi.

Entrambi cercano rifugio in un luogo buio e denso di horror (come i romanzi che legge Lorenzo), e finiscono per renderlo umano. L’incontro tra il solitario marginale, che si sente in gabbia come l’armadillo che sta per comprare (ma alla fine preferisce un formicaio, invidiando alle formiche l’organizzazione comunitaria che gli manca), e la sorella sbalestrata ed eroinomane sintetizza tutto il cinema di Bertolucci, sin dai primi dialoghi, quando un esplicito riferimento incestuoso richiama alla mente “La luna”.

Ma l’apice “Io e te” lo raggiunge nella scena toccante in cui i due cantano e danzano sulle note di “Ragazzo solo, Ragazza sola”, la versione italiana di “Space Oddity”, evocando il David Bowie di “The Dreamers”, ma anche la grande incomunicabilità, la dolce sofferenza - molto mélo - e la mutua solidarietà tra i suoi protagonisti, si tratti di adolescenti o di imperatori, di signori o di contadini.

La macchina, nello scantinato, si muove con colta maestria, citando la nouvelle vague e adeguando le riprese dal basso al punto di vista minimale dei ragazzi, ma anche dello stesso Bertolucci, seduto su una sedia a rotelle.

Rispetto al finale tragico dell’opera di Ammaniti, il film di Bertolucci si chiude con un filo di speranza e anche le riprese claustrofobiche sono spesso intervallate da sequenze all’aperto.

Come dire che la vita fuori continua: giunto al limitare della vita, anche Bertolucci indugia attorno al desiderio di una normalità, che sembra esser rimasto il sogno grande di un grande “dreamer”.

Il film è stato presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes.

Con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono, Veronica Lazar.

VOTO: ****

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