Beve la benzina convinto che sia the Salvato in ospedale
Prima ha pensato che quel the freddo avesse solo un gusto strano, poi che fosse andato a male. Ma quando ha sentito un inaudito bruciore in gola, è corso al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio. Dopo una buona mezz’ora di discussione con il personale medico, l’uomo, classe 1936, ha ammesso che il liquido che aveva ingerito poteva essere benzina agricola. Uno scambio di bottiglie che rischiava di farlo passare a miglior vita.
L’infermiera del Triage, non appena ha capito che l’anziano signore, che abita in via Degli Arditi a Voltabarozzo, aveva ingerito combustibile, ha chiamato il 112. In pochi minuti ha bussato alla porta dell’abitazione dell’uomo una pattuglia dei carabinieri del Nas, che ha scoperto le cause dell’incidente, un guazzabuglio che affonda le radici nel passato, che risale a tre anni fa.
L’anziano tempo fa aveva ben pensato di conservare della benzina agricola, quel tanto che basta per far camminare un rasaerba a scoppio, all’interno di una bottiglia di the. Quel contenitore era finito all’interno di una cella freezer ed è rimasto lì, dimenticato, fino a dieci giorni fa, quando qualcuno l’ha tirato fuori e piazzato nel frigorifero di casa. Il tempo di un breve soggiorno al mare e il liquido si è scongelato, pronto per trarre in inganno il primo malcapitato che avesse preso in mano la bottiglia. Ieri pomeriggio, poco dopo le 15, l’anziano ne ha bevuto un lungo sorso prima di rendersi conto che la sostanza ingerita non era the.
A fronte di un dolore e di un bruciore fortissimo, è corso nel reparto d’Urgenza del presidio ospedaliero di via Facciolati. Ha portato con sé la bottiglia, perché di certo non ricordava di averla riempita di benzina tre anni prima: poteva essere un liquido di qualsiasi tipo. Dopo il racconto dei sintomi, è partita la caccia alla sostanza misteriosa. I medici e gli infermieri hanno annusato il liquido: secondo il personale poteva trattarsi di benzina o di olio di citronella. Comprendere la composizione della sostanza significava poter fornire le cure più adeguate al paziente. Una volta capito che si trattava di benzina, l’uomo è stato curato e rispedito a casa con la raccomandazione di non trasferire mai veleni all’interno di contenitori alimentari. (fa.p.)
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