Bicipolitana, primo atto si parte da dodici percorsi

Oggi tavolo tecnico in Comune: le associazioni presentano la loro proposta
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PISTA CICLABILE VIA VICENZA
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PISTA CICLABILE VIA VICENZA

Dodici linee più tre rami-bis, dal centro a tutti i quartieri. Un milione di investimento per cominciare, poi forse servirà qualcosa di più. Ma è tutt’altro che un progetto complicato quello che entro la fine del 2019 potrebbe dare a Padova la sua Bicipolitana, sul modello di quelle che funzionano con successo in tante altre città, a cominciare da Pesaro. Alla vigilia della riunione del tavolo tecnico, in programma oggi, Legambiente e le nove associazioni che formano la rete “A ruota libera” hanno messo sul tavolo una proposta concreta, che sulla scia dei buoni propositi manifestati dall’amministrazione – e in particolare dal vice sindaco Arturo Lorenzoni – potrebbe raccogliere i soldi necessari fin dall’assestamento di bilancio. Per poi decollare verso la realizzazione già nel secondo semestre di quest’anno. «La bicipolitana», spiega Andrea Nicolello, responsabile mobilità di Legambiente Padova, «è il modo di mettere in rete una serie di ciclopercorsi urbani già esistenti, garantendo che ci sia continuità, sicurezza e collegamento diretto fra quartieri e il centro. Questo, come verificato nelle città dove è stata già realizzata, aumenta notevolmente gli spostamenti di persone che abbandonano i mezzi inquinanti scegliendo la bici».

Dodici linee più tre Legambiente propone al Comune di realizzare dodici tracciati (più 3 bis) individuati partendo dall’analisi di tratti ciclabili esistenti: i tracciati sono radiali verso il centro; raggiungono tutti i poli di attrazione, come scuole, università, impianti sportivi, servizi alla persona; e quasi tutti terminano in prossimità della Ztl. Non a caso, perché nell’area del centro storico dovrebbe essere realizzata la ciclabilità diffusa, con l’istituzione del doppio senso per le biciclette in strade a senso unico per le macchine.

Brevi, veloci e sicuri I tracciati sono stati pensati per offrire a chi li percorre il tragitto più breve, rettilineo e scorrevole possibile tra i vari quartieri di Padova e il centro. Ogni percorso ha un suo colore. Ogni linea identifica una direttrice. E all’incrocio tra i tracciati, come nelle mappa della metropolitana, si individuano le connessioni, necessarie per raggiungere tutti gli angoli della città. Cartellonistica e mappe sono fondamentali, ovviamente, per far conoscere ai ciclisti il percorso giusto da seguire. Sono, per il momento, tutti percorsi business, per caratteristiche funzionali, cioè percorsi pensati per offrire a chi li percorre il tracciato più breve, rettilineo e scorrevole possibile. In un secondo momento è prevista anche l’individuazione di percorsi relax (cioè quelli che mettono in collegamento due punti lungo un tracciato più lungo ma di maggior pregio: ad esempio lungo gli argini del canale Scaricatore). La numerazione segue il senso orario: dall’1 che corrisponde a quello centrale con origine a nord. Nella proposta iniziale c’è anche un percorso circolare (l’A, lungo le mura veneziane) e alcuni percorsi ad arco (il B, C, D e E), che collegano fra loro rioni di prima periferia.

Unire i punti Naturalmente il lavoro non si esaurisce con l’individuazione delle linee. Anzi, semmai è lì che comincia. Perché – avvisa Nicolello – «per realizzare la Bicipolitana bisogna che il Comune intervenga prima di tutto per ridurre i tratti monchi, e ce ne sono diversi, ed eliminando gli attraversamenti pericolosi, trasformandoli in percorsi sicuri, scorrevoli e naturalmente continuativi». Per questo serviranno i fondi che le associazioni chiedono al Comune di stanziare fin dalla prossima manovra economica.

Tre interventi Stando alla proposta che Legambiente e “A ruota libera” presenteranno al tavolo tecnico di oggi, gli interventi necessari per creare la Bicipolitana sono di tre tipi. Il primo richiede proprio l’eliminazione degli incroci pericolosi e l’individuazione dei percorsi protetti in prossimità delle rotatorie. Tutti gli incroci dovranno essere dotati di attraversamenti ciclopedonali rialzati, con quadrotti di precedenza e illuminazione adeguata. «Tutte le rotatorie realizzate negli ultimi tre anni», fa notare Nicolello, «non hanno queste caratteristiche». Il secondo intervento dovrebbe risolvere il problema della promiscuità ciclo pedonale, almeno laddove c’è spazio per separare il passaggio dei pedoni da quello delle bici, evitando che ci siano conflitti. Il terzo intervento richiede, infine, che si rimuovano tutti gli archetti dissuasori delle bici, che provocano fermate e che impediscono il passaggio di bicicargo (sempre più diffuse) e bicicarretto. «Gli incroci», sottolinea la proposta delle associazioni, «sono regolati dal codice e la precedenza va assegnata alle biciclette. Bisogna inserire dissuasori per le auto, per garantire il diritto di precedenza alle bici e ai pedoni».

I contabici al lavoro I percorsi saranno oggetto di analisi nelle prossime settimane. Il Comune, intanto, ha chiesto a Legambiente e agli Amici della Bicicletta di collaborare al monitoraggio del traffico ciclistico. Dal 10 al 12 aprile, in tre fasce orarie (7. 45-9. 15, 12-13. 30 e 17. 30-19) coppie di rilevatori saranno in strada, in trentadue punti della città, per conteggiare manualmente il numero delle bici in transito. È un lavoro propedeutico all’individuazione e probabilmente anche alla realizzazione dei percorsi, nel senso che si darà precedenza a quelli più trafficati. I volontari, nelle prossime due settimane, saranno formati in vista di questo rilevamento. Ma il progetto di cui si discuterà oggi contiene già un’idea precisa delle priorità. «I primi tre nodi da mettere in sicurezza», spiega Nicolello, «sono la stazione, dove bisognerà ripristinare la corsia est-ovest per le bici, oggi dedicata alle auto; la Stanga, dove bisogna rifare tutti gli attraversamenti pedonali, rialzandoli; e il Bassanello, dove bisogna costruire una passerella a sbalzo per garantire il passaggio delle bici».

Un milione Una volta costruito il progetto, le associazioni cercheranno una sponda in consiglio comunale per presentare un emendamento al bilancio di assestamento – sempre che non sia l’amministrazione a prevedere lo stanziamento – per avere garanzia che i fondi necessari siano disponibili fin da quest’anno. Si è calcolato che tra protezioni, attraversamenti e cartellonistica, la spesa potrebbe mantenersi sotto il milione di euro. Ma i benefici – le città dove il progetto è già stato adottato lo dimostrano – sono garantiti. Per la mobilità, per il traffico e per la qualità dell’aria.

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