Bimbi malati di leucemia, «nuova Pediatria entro fine 2020»

La risposta del direttore Flor alla lettera-appello di una mamma: «Quattro anni è il tempo minimo per realizzare l’opera. Nonostante i limiti strutturali qui abbiamo le cure migliori»
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA DI FLOR IN OSPEDALE.
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA DI FLOR IN OSPEDALE.

PADOVA. «È evidente che non possiamo vantare confort e modernità della struttura, non ce lo nascondiamo, ma nessuno può dire che qui non si curano le persone. Tutte. Con le migliori cure specialistiche che ci vedono ai primi posti in Italia e in Europa».

C’è tutto il limite e tutta la forza dell’Azienda ospedaliera nelle parole del direttore generale Luciano Flor, toccato oltre che nelle corde della sensibilità - come tutti - anche nelle sue responsabilità di manager dalla lettera della mamma di una bimba di quattro anni con la leucemia, che ha denunciato come il ritardo sulla nuova Pediatria rischi di lasciare senza risposte altri ammalati in futuro. Una struttura decadente, con tutti i segni del tempo, quella che ospita la cittadella sanitaria di via Giustiniani, e dentro però il cuore pulsante della migliore sanità. «Entro due settimane presentiamo il cronoprogramma per la costruzione della nuova Pediatria» annuncia Flor, «una palazzina di almeno quattro piani che sorgerà sulla vecchia Pneumologia. Garantirà nuovi spazi per tutta l’area materno-infantile, aumentando la superficie attuale di oltre 10 mila metri quadri. Qui sarà trasferita tutta l’attività h24 di Pediatria e ci saranno spazi anche per l’Oncoematologia. Nell’attuale sede resteranno ambulatori e didattica».

PD 28 giugno 2006 G.M. Inaugurazione nuovo reparto di Nefrologia al Dipartimento di Pediatria. (CARRAI) - Inaugurazione nuovo reparto di Nefrologia al Dipartimento di Pediatria. (CARRAI)
PD 28 giugno 2006 G.M. Inaugurazione nuovo reparto di Nefrologia al Dipartimento di Pediatria. (CARRAI) - Inaugurazione nuovo reparto di Nefrologia al Dipartimento di Pediatria. (CARRAI)

Il nodo è quello dei tempi, dato che della nuova Pediatria si parla dal 2002 e tra progetti affossati e rinvii sono trascorsi 15 anni senza risposte: «Ci vorranno due anni per completare l’iter burocratico e la gara, altri due per il cantiere» illustra Flor, «avremo il nuovo edificio per la fine del 2020. Stiamo stringendo i tempi al massimo, chiunque sia in grado di fare prima venga a spiegarci come. I soldi, 23 milioni di euro, sono già stati stanziati dalla Regione e disponibili».

Oggi l’Oncoematologia pediatrica di Padova richiama il 30 per cento di piccoli pazienti da fuori regione, un record nell’Azienda ospedaliera, la cui media di attrazione extra Veneto dei reparti si attesta sul 10 per cento. «Avremo pessime condizioni strutturali, i parcheggi che non si trovano e altri mille problemi, ma siamo all’avanguardia nella capacità di curare i malati, e le malattie gravi» rivendica Flor, «l’anno scorso siamo addirittura stati denunciati per sequestro di persona quando abbiamo voluto curare la ragazza malata di tumore che i genitori volevano affidare a “cure alternative”. Noi siamo qui per garantire le migliori cure a tutti e sarà sempre così». Flor porta qualche numero a conforto: «Nel 2015 abbiamo fatto 29 trapianti di midollo su malati di leucemia, nel 2016 sono saliti a 41. Quelli di cuore sono passati da 27 a 39. È vero che cresce di continuo il numero di bimbi che vengono a curarsi da noi, perché qui trovano la risposta migliore. E così» assicura il direttore generale, «continuerà a essere». Il progetto del nuovo ospedale, tutt’altro che definito ancora, non intralcerà l’iter della nuova Pediatria: «Questo progetto va avanti per la sua strada» assicura Flor, «e non solo questo. Nessun intervento necessario a garantire la funzionalità dell’Azienda ospedaliera sarà bloccato o rinviato in vista del nuovo Policlinico».

Resta il fatto che prima di quattro anni la nuova Pediatria non ci sarà. Bimbi e genitori dovranno fare i conti ancora per molto con spazi angusti, bagni insufficienti e strutture decadenti. Destino inevitabile? La Regione - oggi così solerte a sostenere e finanziare il progetto di Flor - non ha dato prima risposte a una domanda che si ripete uguale e pressante da 15 anni. Forse pensando che il nuovo ospedale risolvesse ogni problema. Ma anche per quello, ed è storia attuale, sono ancora più i dubbi che le certezze sul piatto.

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