Blocco diesel Euro 4, Padova è la prima: tutto quello che c'è da sapere

PADOVA. A Padova, unica città del Nord, è scattato da martedì 15 ottobre 2018 il blocco anche dei veicoli diesel Euro 4, dopo lo sforamento dei limiti di concentrazione delle Pm10 per 4 giorni consecutivi.
Blocco che sarà rimosso giovedì 18 ottobre in quanto già nella giornata di martedì i valori sono tornati sotto soglia.
Fase "arancio" dunque, solo a Padova, in questi tre giorni. È verde Torino, verde Milano, verde Bologna come Belluno. Sono verdi anche Brescia, Reggio Emilia e Venezia. L’unica macchia gialla-arancione, in tutta la Pianura Padana, è quella di Padova. Cinque giorni consecutivi di aria fuorilegge, con polveri sottili sempre sopra i 50 microgrammi per metro cubo registrate dalla centralina della Mandria, fanno cambiare colore al semaforo dei divieti. Dopo quindici giorni di verde, da oggi scatta l’arancione. È il secondo grado di allarme e costringe allo stop 73 mila veicoli diesel Euro 4 privati (attenzione: non i commerciali), tutti i giorni dalle 8.30 alle 18.30. Giovedì l’Arpav verificherà se le condizioni dell’aria sono mutate e deciderà se confermare o spegnere l’arancione.
Val la pena ricordare come nasce questo provvedimento, che per la prima volta coinvolge anche i diesel Euro 4. Anni di inquinamento fuori controllo hanno spinto l’Unione Europea ad aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata attuazione di strategie di contenimento dello smog. L’anno scorso, a giugno, quattro regioni della Pianura Padana - l’area più inquinata - hanno siglato un accordo che stabilisce le misure da adottare per ridurre l’inquinamento. Da quell’accordo discendono le ordinanze firmate dai sindaci dei comuni-capoluogo e dei comuni con più di 30 mila abitanti. Che, appunto, prevedono il semaforo verde dall’1 ottobre al 31 marzo. L’arancione dopo quattro sforamenti consecutivi del limite di Pm10. E il rosso dopo dieci superamenti consecutivi. Stabilite le regole, è compito dell’Arpav aggiornare il semaforo, ogni lunedì e giovedì, sulla base dei rilevamenti delle centraline e delle condizioni meteo.

Ieri mattina l’agenzia regionale ha preso atto dei cinque sforamenti alla Mandria e ha annunciato che da oggi Padova avrà semaforo arancione. È vietata la circolazione dei veicoli (privati e commerciali) alimentati a benzina Euro 0 e Euro 1, dei veicoli (privati e commerciali) alimentati a diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3 e dei veicoli privati alimentati a diesel Euro 4, oltre che dei ciclomotori a 2 tempi immatricolati prima dell’1/1/2000. I divieti sono in vigore da lunedì a domenica dalle 8.30 alle 18.30. Inoltre è vietata la sosta con motore acceso per tutti i veicoli. Per conoscere la classe del proprio veicolo il sistema più rapido è quello di consultare la carta di circolazione (lettera V9, riquadro 2). Le limitazioni sono valide su tutte le strade a eccezione delle tangenziali, della zona industriale e di alcune strade a grande percorrenza.
Le temperature sono ancora alte, ma il semaforo arancione fissa comunque limiti per gli impianti di riscaldamento. Nelle case e nei negozi non si devono superare i 19 gradi. Ed è vietato l’uso di generatori di calore domestici (caldaie, stufe, caminetti) a biomassa legnosa (legna, cippato, pellet) inferiori alla classe 3 stelle, in presenza di impianto alternativo. Per conoscere la classe di appartenenza del generatore a biomassa legnosa bisogna contattare l’installatore.
Legambiente promuove l’inasprimento dei divieti e ricorda che dall’inizio dell’anno sono già 43 gli sforamenti del limite delle Pm10. «Ma sono ancora troppi i comuni esentati», sottolinea Lucio Passi, responsabile politiche antismog dell’associazione, «o che semplicemente ignorano l’accordo di bacino, come praticamente tutti quelli della cintura urbana. Per sperare che il blocco incida sull’inquinamento è necessario che il Comune faccia controlli stringenti ed efficaci e relative sanzioni, oltre a limitare al massimo le deroghe».
Anche ieri l’assessore all’Ambiente Chiara Gallani ha chiesto alla Regione di promuovere un coordinamento delle misure fra i comuni dello stesso ambito di trasporto pubblico, com’è quello di Padova e hinterland, perché anche i centri sotto i 30 mila abitanti siano coinvolti. —
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