La tragedia di Borgo Veneto, dissequestrata la villetta dove è morto Vigato

La compagna Martina De Stefani è stata ascoltata ma non è in grado di riferire quello che è accaduto il 29 gennaio: molti i «non ricordo»

Carlo Bellotto
La villetta di via Rossini a Borgo Veneto dove sono stati trovati morto Silvano Vigato e in fin di vita la compagna
La villetta di via Rossini a Borgo Veneto dove sono stati trovati morto Silvano Vigato e in fin di vita la compagna

Dissequestrata la villetta di Megliadino San Fidenzio di Borgo Veneto, dove il 29 gennaio scorso Silvano Vigato, 65 anni, si è tolto la vita sparandosi un colpo di pistola al petto. La procura di Rovigo ha ritenuto che fossero cessate le esigenze.

La ricostruzione

In attesa dei riscontri scientifici la ricostruzione prevalente è che Vigato abbia provato a togliere la vita alla compagna Martina De Stefani, 54 anni, soffocandola e successivamente, convinto di averla uccisa, si sia tolto la vita sparandosi un colpo al petto con la sua pistola. Ma lei non era morta e quei lunghi momenti senza ossigeno l’hanno mandata in coma, dal quale si è risvegliata dopo alcuni giorni.

Silvano Vigato, morto per colpo di pistola a Borgo Veneto
Silvano Vigato, morto per colpo di pistola a Borgo Veneto

Ora da una decina di giorni si trova in Riabilitazione a Conselve ma le sue condizioni non sono ancora tornate accettabili. Non ricorda i fatti, ha la memoria appannata. Gli investigatori hanno avuto un colloquio con lei nel corso del quale non ha dato un contributo significativo alla ricostruzione degli eventi.

Si riproverà in futuro auspicando che progredisca nel percorso di recupero. In quasi un mese si pensava che le sue condizioni fossero tornate alla normalità, ma evidentemente non è così. Medici e sanitari stanno facendo il possibile per farle recuperare il blackout subito.

II 29 gennaio

Quel tragico 29 gennaio era stata trovata esanime, con la bava alla bocca, dai primi soccorritori. Si pensava ad un avvelenamento che però non è stato confermato dagli esami. Quel che è emerso, anche se non subito, è un soffocamento. I carabinieri con il sostituto procuratore di Rovigo rimasero oltre 4 ore nella villetta dove la situazione appariva a dir poco intricata e difficile da capire. I due corpi erano vicini ma lei non aveva apparenti tracce di soffocamento, non aveva lividi sul collo. Un omicidio suicidio non riuscito, questa la ricostruzione più veritiera del fatto, che chiuderebbe le indagini, ma si tratta di una verità non ancora scritta, almeno da quanto trapela da un silenzio investigativo che fa presumere che la certezza dei fatti non sia ancora conclamata. Ricostruito il periodo di depressione che stava vivendo Vigato, probabilmente per le sue condizioni di salute non ottimali che lo stavano provando. Evidentemente ha coinvolto la sua compagna, da una decina di anni, in questo suo malessere e deve aver deciso di agire in modo impulsivo, cercando di farla finita per entrambi. —

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