Il giallo di Borgo Veneto: prova dello stub sui due compagni, si cercano conferme sul suicidio

Per il medico legale il foro è compatibile con un gesto volontario di Silvano Vigato. L’autopsia slitta alla settimana prossima. Martina De Stefani è ancora ricoverata in Terapia intensiva

Carlo Bellotto e Alice Ferretti
La vittima, Silvano Vigato e la casa in un cui si è consumata la tragedia
La vittima, Silvano Vigato e la casa in un cui si è consumata la tragedia

La prova dello stub potrebbe essere rilevante per risolvere il giallo della morte di Silvano Vigato, l’agente di commercio di 65 anni, trovato morto nella sua casa di Megliadino San Fidenzio di Borgo Veneto mercoledì pomeriggio.

Al fianco dell’uomo c’era la sua compagna, Martina De Stefani, 54 anni, incosciente ma non ferita con armi da fuoco. La donna è ancora ricoverata in Terapia Intensiva all’ospedale di Schiavonia.

La prova dello stub è una prassi quando ci sono colpi da arma da fuoco dove non è chiaro chi abbia sparato. E anche quando debbano essere fatti ulteriori accertamenti. Il sostituto procuratore Francesco D’Abrosca ha ordinato ai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Padova, l’esecuzione del tampone adesivo che raccoglie le tracce di esplosivo presenti sulle mani di chi ha usato da poco tempo un’arma da fuoco, sia su Vigato che su De Stefani.

All’uomo è stato eseguito sulla cucina di casa prima che il corpo fosse portato in obitorio a Rovigo, mentre sulla donna direttamente all’ospedale di Padova dove era stata portata con l’elicottero del Suem.

Per i carabinieri agli ordini del maggiore Enrico Zampolli le indagini proseguono a 360 gradi anche se, fino ad ora, l’ipotesi più accreditata porta a ritenere che Vigato si sia tolto la vita.

L’arma, una calibro 22, era vicino al corpo e la traiettoria del proiettile – rimasto all’interno del corpo – fanno pensare a un colpo partito dopo essersi rivolto la pistola contro. Così si è espresso il medico legale, arrivato a San Fidenzio verso le 20 di mercoledì. Quello che potrebbe risultare un suicidio come ne accadono molti, chiuso dal punto investigativo in poco tempo, resta un giallo a causa della presenza del corpo della compagna a pochi metri di distanza. La donna aveva la bava alla bocca, tanto da far presupporre i primi soccorritori ad un avvelenamento. Ma i primi risultati tossicologici in tal senso sono negativi, anche se si è in attesa di altri.

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La villetta di Megliadino

Lo stub, se lei fosse stata vicino al compagno nel momento dello sparo, potrebbe portare ad una positività anche della donna.

Ovvio che chi ha sparato ha una percentuale maggiore su mani e vestiti, ma c’è anche l’ipotesi, nemmeno molto remota, che lei possa aver provato a fermare quel colpo e che quindi possa avere valori alti di metalli.

Nel frattempo il magistrato sta predisponendo l’autopsia sul corpo di Vigato che verrà eseguita la settimana prossima.

L’esame chiarirà il motivo della morte e darà indicazioni sullo stato psicofisico del 65enne visto che verrà ordinata anche una perizia tossicologica. De Stefani è ancora ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Schiavonia e non è ancora cosciente.

Quando si riprenderà e sarà nelle condizioni di farlo, sarà sentita dai carabinieri.

Lei potrebbe aiutare a ricostruire quello che è successo mercoledì nella villetta di Vigato all’angolo tra le vie Verdi e Rossini a Megliadino San Fidenzio.

Nell’immediatezza dei fatti e anche ieri i carabinieri hanno ascoltato familiari, parenti e vicini di casa dell’uomo per cercare di ricostruire quanto successo. Una vicina di casa racconta di aver sentito un litigio tra i due alcune ore prima del tragico ritrovamento. Ma non ci son certezze. Nella casa sono stati posti i sigilli, nell’eventualità che ci fosse bisogno di un eventuale sopralluogo da parte degli investigatori. 

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