Borse di studio, copertura totale per gli studenti dell’Università di Padova

Sono 11.452 gli aventi diritto. Il prorettore Parbonetti: «Confermiamo il nostro impegno e la nostra massima attenzione al diritto allo studio». Bernini: supporto concreto. L’Udu: bene, ma rimangono criticità

Rocco Currado
Una manifestazione studentesca per le borse di studio (foto Bianchi)
Una manifestazione studentesca per le borse di studio (foto Bianchi)

Una buona notizia. Per l’anno accademico 2024/25, all’Università di Padova, non esisterà la figura dell’idoneo non beneficiario di borsa di studio.

È stata infatti assicurata l’erogazione di tutte le borse agli studenti che ne hanno diritto. Parliamo precisamente di 11.452 iscritti al Bo ai quali sarà dato un supporto economico per affrontare il percorso di studi. Questo grazie a uno stanziamento totale che supera i 56 milioni di euro, fra i quali il finanziamento dell’Università di Padova (7,4 milioni di euro) e l’incrementato contributo da parte della Regione Veneto (circa 20 milioni di euro).

«Siamo molto soddisfatti di essere riusciti ad assicurare a studentesse e studenti beneficiari la copertura economica della loro borsa di studio» commenta il prorettore vicario Antonio Parbonetti, «confermiamo il nostro impegno e la nostra massima attenzione al diritto allo studio della componente studentesca, fondamentale per continuare a costruire un ateneo sempre più equo e inclusivo».

E sottolinea come «per l’ottenimento di tale risultato sono stati decisivi gli oltre 11 milioni di euro arrivati dal Pnrr». Fondi che, aggiunge, «non saranno più erogati dal prossimo anno. Come ateneo, quindi, auspichiamo che lo Stato sappia individuare nuove forme per contribuire a rendere effettivo il diritto allo studio per studentesse e studenti».

Degli 11.452 aventi diritto, 4.106 sono matricole, 7.346 studenti iscritti ad anni successivi al primo.

La ministra Bernini: «Supporto concreto»

«Una borsa di studio non è solo un aiuto economico» evidenzia la ministra dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, «è la possibilità per tanti giovani di inseguire i propri sogni, di studiare con meno preoccupazioni, di costruire il proprio futuro con più serenità. Dietro ognuna delle 11.452 borse dell'ateneo di Padova» prosegue, «c'è una storia, un talento che merita di essere valorizzato, un progetto di vita che prende forma. Per questo, il diritto allo studio è una priorità per il ministero dell'Università, che ha investito la cifra record di 880 milioni di euro. Di questi, 52 milioni sono stati destinati agli studenti del Veneto, offrendo loro un supporto concreto per raggiungere i propri obiettivi. Un traguardo di cui siamo profondamente orgogliosi».

Una questione annosa

Una buona notizia, si diceva. Sì, perché non è sempre stato così. Anzi negli anni scorsi abbiamo ben conosciuto la figura dell’idoneo non beneficiario, visto che sono stati migliaia gli studenti che, pur avendo i requisiti necessari per accedere alla borsa, sono rimasti a bocca asciutta per carenza di fondi. Una condizione definita, più volte e senza mezzi termini, «una vergogna tutta veneta» dai rappresentanti dell’Udu (l’Unione degli universitari). Gli stessi rappresentanti che oggi rivendicano questo importante risultato: «È frutto sicuramente anche delle nostre proteste e del lavoro di rappresentanza svolto negli ultimi anni» sostiene Matteo Greggio Miola, «non ci siamo mai fermati per denunciare come non fosse accettabile che migliaia di studenti non ricevessero una borsa che spettava di diritto».

Ma permangono alcune criticità. «Ci sono ancora 1812 idonei non beneficiari dallo scorso anno accademico a cui Regione e Ministero continuano a voltare le spalle» rileva Francesca Pollero, rappresentante nel cda dell'Esu (l’ente regionale per il diritto allo studio). «Si tratta di 1812 persone che hanno visto negato un loro diritto, che hanno rischiato di dover abbandonare la città in cui studiano, che ancora ci chiedono se è una battaglia ormai persa. Siamo felici che dopo le tante richieste quest'anno siano stati aumentati i fondi ma non si possono cancellare gli anni di sottofinanziamento in cui sono state le Università a colmare le mancanze regionali e ministeriali. Noi, come loro rappresentanti, pretendiamo che queste istanze non vengano lasciate indietro, chiedendo quindi al più presto che anche queste borse vengano finalmente coperte».

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