Padovano morto in un incidente aereo, il fratello: «Era attento e meticoloso»

L’imprenditore Giuseppe Bepi Bottacin ha perso la vita in Austria. La passione per il volo, la nautica, il rugby, la musica e la politica. L’addio al campo del Cus, dove aveva militato

Claudio Malfitano
L’imprenditore Giuseppe Bepi Bottacin
L’imprenditore Giuseppe Bepi Bottacin

Ogni gruppo ha il suo modo per esorcizzare la morte. Di un pilota si dice che è volato più in alto, di un rugbista che ha passato la palla, di un marinaio che ha cambiato porto. Per Giuseppe “Bepi” Bottacin questi detti possono valere tutti. L’imprenditore padovano, scomparso martedì scorso in Austria a 59 anni per un incidente aereo, era infatti un «vulcano di passioni», come lo ricorda il fratello Paolo.

Il volo e l’aerodinamica, la nautica, lo sport con il rugby, la musica con il sassofono, il confronto politico per migliorare il mondo: erano solo alcune delle sue passioni.

Schianto con un ultraleggero in Austria: muore a 59 anni Giuseppe Bottacin
Giuseppe Bottacin

«Persone come lui ce ne sono poche – lo ricorda Paolo Bottacin – Era una persona con un’intelligenza rara, acuta e capacità di ragionare sulle cose in profondità. E si vedeva nei risultati di quello che faceva». Dopo la laurea in Ingegneria al Bo, infatti, Bottacin è stato per cinque anni nel reparto corse dell’Aprilia, lavorando all’aerodinamica delle moto vincitrici di diversi campionati del mondo. Per poi fondare un’azienda produttrice di passerelle per barche e ruote per timoneria in fibra di carboni, che in poco si afferma come una delle principali del settore. E poi il trasferimento in Lussemburgo, per seguire la moglie.

Stava proprio tornando nel Granducato con il suo velivolo (era partito da Banja Luka in Bosnia) quando in uno scalo tecnico a Zell am See nel Salisburghese è avvenuto lo schianto.

«Non sappiamo ancora cosa sia accaduto, se abbia avuto un malore o ci sia stato un guasto all’aereo. Escluderei altri motivi: lui sapeva volare ed era una persona molto attenta e meticolosa». Bottacin aveva comprato l’aereo da poco, in comproprietà con un con un amico con cui aveva fatto il corso per il brevetto, e l’avevano comprato da una coppia di anziani che l’aveva usato per diversi anni per visitare tutto il Nord Europa, esplorando piccoli aeroporti. Un sogno che anche Bottacin aveva in mente di poter fare la moglie.

«Il volo ce l’aveva nel sangue – prosegue il fratello – Quando era bambino trascinava tutta la famiglia negli aeroporti a vedere gli air-show. E appena si è laureato il primo lavoro che ha fatto è stato in GeneralAvia».

Poi c’è la passione del rugby: ha giocato nel Cus Padova per molti anni, anche in serie B. Un mondo che, nonostante il trasferimento in Lussemburgo nel 2012, l’ha tenuto legato a Padova. Tanto che sono diversi gli amici che hanno voluto ricordarlo con un saluto o un pensiero sui social. E proprio per questo un saluto è stato organizzato per domani dalle 16 alle 19 all’impianto del Cus in via Jacopo Corrado 4. Un saluto semplice e informale, come sarebbe piaciuto a lui.

Un modo per confrontarsi, data la sua passione per la razionalità: «Aveva una voglia di discutere infinita – ricorda infine il fratello – Anche nella brevissima esperienza politica ci ha messo tutta la sua passione. Ricordo le discussioni interminabili con Michele Boldrin e gli altri economisti che si erano raccolti in un movimento».

Nel 2013, infatti, Bottacin si era candidato alle elezioni politiche, nelle liste degli italiani all’estero, all’interno di “Fare per fermare il declino”, la formazione politica creata dal giornalista Oscar Giannino. Aveva creato la pagina Facebook del movimento a livello veneto e si era dato da fare nell’ufficio stampa, diventando coordinatore per l’Europa del movimento.

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