Bracconaggio nell’Alta Ucciso un colombo e ferito un marangone

Zanoni, Guarda e Bartelle: «Il Veneto è in ginocchio ma il presidente Zaia si piega alla lobby della caccia»

LOREGGIA

Episodi di bracconaggio nell’Alta Padovana e rischi per la fauna selvatica dopo i disastri del maltempo, centrosinistra e grillini si schierano contro il governatore Luca Zaia e chiedono lo stop alla caccia in tutto il Veneto. Ad elevare l’allarme una serie di episodi che hanno nel nord padovano il loro epicentro: a Loreggia le guardie Enpa hanno denunciato due cacciatori che hanno colpito due uccelli protetti, uccidendo un colombo e ferendo un marangone minore, specie altamente protetta; i due bracconieri sono stati beccati con richiami acustici proibiti.

A San Martino di Lupari sempre l’Enpa ha denunciato un cacciatore che, per non incorrere nei limiti di carniere previsti dal calendario venatorio, non aveva annotato nel tesserino di caccia le allodole uccise. In questi giorni le campagne sono quasi deserte, con pochissimi animali, evidentemente stremati e decimati dopo tanta pioggia e disastri ambientali.

I consiglieri di opposizione a Palazzo Ferro Fini Andrea Zanoni (Pd), Cristina Guarda (AMP) e Patrizia Bartelle (M5S) dell’Intergruppo per la tutela e Conservazione della natura chiedono venga applicata la legge: «Stanno sparando sui pochi sopravvissuti da settimane di esondazioni, per non parlare dei 15 milioni di alberi rasi al suolo stimati da Coldiretti: è una situazione che richiedeva la chiusura della caccia così come previsto dalla legge 157/1992». La responsabilità politica viene attribuita a Zaia «che annuncia che il Veneto è in ginocchio, ma evita di applicare le norme di tutela ambientale piegandosi al volere della lobby più estremista della caccia. Il rarissimo esemplare di marangone minore sarebbe ancora libero di volare invece di stare con un’ala maciullata dai pallini in un ambulatorio».

Rincara Marina Lecis, vicepresidentessa di Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE), CTU in Tribunale a Padova sui temi ambientali e consulente Pfas, esprimendo «totale dissenso alla revoca del divieto di caccia, data la gravità degli eventi meteo estremi che hanno distrutto gli habitat forestali del Veneto. Ìl divieto va esteso a tutta la Regione sin tanto che le foreste rase al suolo possano ricrescere». —

Silvia Bergamin

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