Brexit, la Gran Bretagna esce dall'Ue: Borse europee a picco

Milano e Madrid "crollano" a -11%. L'effetto Brexit amche sulle borse asiatiche con Tokyo che ha chiuso a -7,92%.  La sterlina è in calo del 10% sul dollaro a quota 1,33: il peggiore risultato da oltre trent'anni. La valuta britannica è in calo di oltre il 6,6% anche sull'euro
Una foto di piazza affari a Milano
Una foto di piazza affari a Milano

ROMA. Il Regno unito ha deciso di lasciare l'Unione europea e i mercati del vecchio continente hanno reagito col segno meno: dopo un'apertura con perdite più contenute, l'indice paneuropeo Euro Stoxx giù dell'8,7% e lo Stoxx 600 giù del 7,2%. Londra perde il 4,5%, Parigi l'8,4%, Francoforte va giù del 7,1%, Madrid scivola dell'11,4%, erde il 10,4%. Milano cede il 10,4%. Atene, la peggiore, perde il 14%. L'effetto "Brexit" si è visto anche nelle borse asiatiche con Tokyo che ha chiuso a -7,92%. La sterlina è in calo del 10% sul dollaro a quota 1,33: si tratta del peggiore risultato dal 1985. La valuta britannica è in calo di oltre il 6,6% anche sull'euro.

L'indice Stoxx 600 in Europa aveva fatto peggio di cos solo il 6 ottobre 2008, con un crollo del 7,62%. Un nuovo scossone si era visto poi il 10 ottobre di quell'anno, con un finale in calo del 7,5%.

A Milano quasi tutti i titoli stanno facendo faticosamente prezzo. Nelle ultime cinque sedute la Borsa di Milano ha guadagnato quasi il 10%, ma ora è un bagno di sangue senza precedenti: Mediolanum, Bper, Mps, Bpm e Banco popolare - congelate in asta di volatilità - segnano perdite teoriche superiori al 20%, con Intesa che agli scambi normali cede il 19% a 1,8 euro. Tra gli altri titoli Telecom perde il 14%, Mediaset, Generali a Fca segnano cali a due cifre.

Le borse asiatiche. Se le borse europee hanno aperto in rosso, quelle asiatiche hanno avuto effetti simili alla chiusura. In particolare a Tokyo, dove l'indice Nikkei ha chiuso in picchiata del 7,92%.Dopo essere salito di quasi l'1% in apertura sull'onda degli exit poll che indicavano la probabile vittoria del "Remain" (cioè rimanere nell'Ue, ndr) al referendum britannico, le successive indicazioni in senso contrario hanno provocato un tonfo sempre più accentuato della Borsa giapponese, in parallelo a uno yen in impennata fin sotto quota 100 nei confronti del dollaro e sotto 110 verso l'euro. Sulla sterlina la divisa nipponica è arrivata a guadagnare fin quasi il 14%, mentre il prezzo del petrolio accusa un crollo superiore al 5% e i tassi obbligazionarihanno cominciato a risalire. 

Pesanti anche le altre Borse asiatiche, con quella australiana in calo del 3,3% e altre in più accentuato declino, con l'eccezione delle Borse cinesi che per ora sono apparse in grado di limitare i danni. La Borsa di Seul segna un recupero nelle ultime battute risollevandosi dal -4%. Shangai, invcece, ha chiuso a -1,33% e hong Kong a -2,9%.

Il ministro delle Finanze giapponese Taro Aso ha minacciato interventi sul mercato dei cambi: lo yen è considerato una valuta-rifugio nelle tempeste finanziarie internazionali e tende ad apprezzarsi quando gli investitori riducono la propensione al rischio. Uno yen forte tende a deprimere la Borsa giapponese e le esportazioni, oltre a contribuire a ridurre le aspettative di inflazione. Ma se Tokyo venderà direttamente yen sui mercati, si esporrà all'accusa di reinnescare guerre valutarie. Le turbolenze da Brexit rafforzano però il dollaro nei confronti di altre valute asiatiche, tanto che oggi, secondo indicazioni provenienti dai trader, alcune banche centrali regionali sarebbero già intervenute per frenare il deprezzamento delle loro valute: di questo sono sospettate la Banca centrale sudcoreana e quella dell'India.

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