Buco di 200 mila euro, Magarotto a rischio

Bollette non pagate per i servizi: Estenergy chiede 160 mila euro, Enel ne vuole 40 mila
CARRAI - ISTITUTO MAGAROTTO CARRAI - ISTITUTO MAGAROTTO
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ARCELLA. L’Antonio Magarotto, il convitto per ragazzi sordi di via Cardinale Callegari, è nella bufera più nera. Al momento gli amministratori del dormitorio-alloggio di San Carlo non hanno i soldi sufficienti per pagare due bollette pesanti dei servizi, che sono state recapitate da Est Energy e dall’Enel. La prima è di 160 mila euro. La seconda è di 40 mila euro. Entrambe le società hanno già comunicato ai responsabili del convitto la scelta di togliere sia il gas che la corrente elettrica all’intero istituto se le due bollette non saranno pagate. Un ultimatum scade il giorno 13 e l’altro il 29 gennaio. La dirigente-reggente del convitto, ossia Amalia Mambella, che è preside-titolare all’istituto tecnico Einaudi-Gramsci, si sta facendo in quattro pur di racimolare le risorse sufficienti per onorare il pesante debito, ma sino ad oggi la situazione diventa più drammatica ogni giorno che passa. Da settimane i dirigenti del convitto sono in costante contatto sia con l’amministrazione provinciale, che dovrebbe essere competente su una parte delle spese gestionali dell’istituto e sia con l’Ufficio Scolastico Provinciale, guidato da Andrea Bergamo, ma la matassa non si è ancora sbrogliata.

Il contenzioso tra la Provincia ed il Magarotto è di vecchia data. Alcuni anni fa l’istituto per i giovani sordi si era già rivolto al Tar per ottenere 300 mila euro di spese amministrative per il periodo 2008-2009 e proprio in questi ultimi tempi i giudici hanno dato ragione al Magarotto. Ma il settore competente della Provincia ha subito presentato appello al Consiglio di Stato e si stima che, purtroppo, la risposta definitiva al contenzioso arriverà solo nel corso del 2019.

La Provincia, che ha trasferito il fascicolo all’ufficio legale di Palazzo Santo Stefano, sostiene che il convitto non è un istituto scolastico superiore e quindi le spese gestionali dovrebbero essere di competenza dell’ente morale nazionale, che ha la sede centrale a Roma. Nel frattempo la situazione rischia di degenerare perché il rischio di restare al buio e al freddo è reale. Tanto più che il futuro del Magarotto non è per niente roseo. Una volta i convittori erano 200. Oggi, invece, sono calati a 38 e le iscrizioni per l’anno scolastico 2017-2018 non sono per niente sicure. La gestione amministrativa va avanti a rilento per mancanza di risorse. Le spese generali sono state ridotte all’osso. Ad esempio, mentre prima i ragazzi e le ragazze venivano accompagnati nella scuola di via Cave con un pulmino specifico, preso a noleggio, adesso gli studenti per raggiungere Brusegana utilizzano il tram ed i bus 6 e 12 di BusItalia. Lo storico Magarotto, all’Arcella da oltre 60 anni, rischia di chiudere i battenti per sempre.

Felice Paduano

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