«Bus attivi solo con il 75-80% di capienza»

Attesa per la decisione di governo e Regioni. Venturini: «C’è poco tempo». Ragona: «In città il servizio non cambia»
MARIAN -AGENZIA BIANCHI-PADOVA -GENTE IN TRAM E BUS
MARIAN -AGENZIA BIANCHI-PADOVA -GENTE IN TRAM E BUS

/ PADOVA

«Con una capienza tra il 75 e l’85% il sistema regge. Con una inferiore è tutto più problematico». Unanime il giudizio delle istituzioni e dei tecnici della mobilità padovana sul difficile dilemma del trasporto pubblico scolastico in tempi di Covid. Dopo la bozza di accordo tra governo e Regioni con la proposta del comitato tecnico-scientifico di fissare la capienza al 75%, ora tutti attendono la riunione di domani sera sperando possa essere decisiva. «Oltre non possiamo andare, è già difficile adesso – sottolinea la consigliera delegata ai trasporti della Provincia Elisa Venturini – Stiamo aspettando una decisione da Roma per organizzare il servizio».

tempi sempre più stretti

Di certo i tempi sono sempre più stretti, perché tutto deve essere organizzato per l’avvio delle lezioni il 14 settembre. E non sembra esserci spazio per molte altre soluzioni se non quella già prospettata negli incontri tra Provincia, azienda dei trasporti e ufficio scolastico provinciale. Cioè le corse dirette verso 4 poli scolastici anziché in stazione. «Tutte queste ipotesi le abbiamo fatte sul 100% della capienza. Anche perché così erano orientate le ordinanze di Zaia – spiega ancora Venturini – Se la percentuale si abbassa dovremo avere più mezzi. E in quel caso bisognerà rivolgersi ai privati».

Per acquisire i servizi delle compagnie private però è necessaria una deroga alle norme sui subappalti ed anche (e soprattutto) maggiori risorse economiche.

in città servizio come nel 2019

«Dovrà esserci una capienza tra il 75 e l’80% per far funzionare il sistema. Altrimenti è difficile perché ci vogliono mesi per acquistare nuovi autobus», chiarisce l’assessore alla mobilità di Padova Andrea Ragona. Ovviamente il servizio urbano, soprattutto per quanto riguarda il trasporto degli studenti, è avvantaggiato dalla presenza di un mezzo con una capacità molto alta come il tram. «Il servizio dovrebbe restare quello del settembre 2019 – anticipa l’assessore – Ci potrà essere qualche aggiustamento solo dopo l’avvio della scuola, magari recuperando delle corse bis dove servono».

i quattro poli scolastici

Per adesso dunque resta ferma l’ipotesi di dirottare le linee extraurbane verso 4 grandi poli scolastici, anziché trasportare tutti gli studenti in stazione e da lì farli muovere con le navette. Questo per ridurre il rischio di assembramenti.

I quattro poli attrattori del traffico studentesco sono: l’area di via Cave a Brusegana dove ci sono il liceo linguistico e istituto tecnico Scarcerle e l’agrario Duca degli Abruzzi; poi la zona di via Facciolati dove ci sono l’istituto tecnico-commerciale Gramsci e lo scientifico Alvise Cornaro; un polo scolastico c’è anche tra Arcella e Mortise con l’istituto tecnico-industriale Severi, lo scientifico Curiel e il professionale Enaip-Acli; infine la zona di via Manzoni dove ci sono il tecnico Marconi, il professionale Bernardi, il tecnico-industriale Ferraris e il professionale per la moda Enrichetta Usuelli Ruzza. —

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