Caccia ai cinghiali con l’arco «Solo se trovati vicini alla case»

ESTE
Nell’area del Parco Colli la caccia ai cinghiali con l’arco verrà praticata nei pressi delle abitazioni e lungo le strade dove allo stato attuale è impossibile intervenire con le armi da fuoco. Lo precisa l’Ente che ha sede in via Rana Ca’ Mori, a Este, sommerso in queste ore da un mare di polemiche e richieste di chiarimento, dopo la notizia dell’avvio di un bando per la selezione di 15 arcieri da impiegare a fianco dei circa 100 selecontrollori abilitati a sparare dalle altane. I Robin Hood saranno selezionati tra gli attuali cacciatori che già operano dalle altane e nei chiusini.
IL PARcO
«L’Ente Parco con un proprio regolamento approvato, ha introdotto già nel 2017 l’uso dell’arco per il prelievo dei cinghiali e daini», fa sapere l’Ente. «La caccia con l’arco è consentita dalla legge 157/1992 e consente al selecontrollore di intervenire in modo ravvicinato all’animale. Proprio per consentire il prelievo dei capi che si spingono nei giardini delle abitazioni e sulle strade. L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) definisce questa forma di prelievo una moderna tecnica venatoria e un mezzo di caccia estremamente efficace, cocompatibile, etico e sicuro».
GLI AMBIEnTALISTI
Sono sul piede di guerra contro la decisione del Parco Colli. Per la Lega per l’abolizione caccia (Lac) di Padova, non è certo con la caccia che si risolvono i problemi dovuti al forte aumento del numero dei cinghiali: «Il cinghiale è stato trasformato in una fonte di reddito creando una filiera che parte dalle battute di caccia e finisce nei piatti», si legge in un comunicato. «Del resto anche gli agricoltori danneggiati possono, se cacciatori, rifarsi abbattendo gli animali sorpresi nei campi. Dovrebbero essere stati stanziati fondi per l’acquisto di recinzioni elettriche, di repellenti sonori e olfattivi, come quello dell’odore del lupo, che è predatore naturale del cinghiale o effettuare la vaccinazione contraccettiva, tutti metodi incruenti che dove impiegati hanno dato ottimi risultati».
LUNA PARK PER CACCIATORI
Secondo gli ambientalisti il Parco è arrivato a consentire all’interno dell’area protetta un allegro luna park per cacciatori. «Permettere l’uso degli archi e delle frecce è aberrante e ancora più anacronistico della caccia stessa», affermano. «Uccidere un cinghiale con un arco è un’ardua impresa e un cinghiale ferito è altamente pericoloso. Il pensiero che possano vagare animali agonizzanti e pericolosi perché feriti, che moriranno anche dopo giorni di sofferenze non è sicuramente tranquillizzante né eticamente ammissibile nel 2020. Tutto questo non è né civile né umano né intelligente e neppure un biglietto di visita per una regione turistica come il Veneto». —
Gianni Biasetto
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