Caccia ai fantasmi del Pedrocchi

PADOVA. Acchiappa fantasmi in azione al Pedrocchi: l’associazione culturale Ghost Hunter di Padova è arrivata ieri alla ricerca dello spirito del generale Radetzky e del suo maresciallo D’Aspre, che sembra si aggirino ancora, dopo quasi due secoli dalla morte, per le stanze dello storico Caffè.
Le segnalazioni, dicono, sono arrivate proprio dal personale del Pedrocchi, che poco dopo la chiusura avrebbe notato passi, ombre e rumori sospetti.
«La sensazione che ci hanno descritto» spiega Andrea Pugliese, uno dei ghost hunter padovani «era che ci fossero delle presenze. Abbiamo effettuato una ricerca bibliografica, scoprendo le circostanze sospette in cui è morto il maresciallo D’Aspre, proprio qualche giorno prima che potesse denunciare, al ministero di Vienna, la tirannia di Radetzky. La presenza che cerchiamo, quindi, non è tanto quella di Radetzky, quanto di D’Aspre». Ieri il primo sopralluogo, con apposita strumentazione: registratori digitali, videocamere, fotocamere con varie tipologie di filtri, termocamere, microfoni, rilevatori di movimento. I quattro si sono aggirati per tutto il pomeriggio sia all’esterno che all’interno del palazzo, ed in particolare nelle sale e nelle cantine, per verificare le anomalie. Poi, verso metà marzo, il personale dell’associazione farà ritorno per la perlustrazione vera e propria: arriveranno la sera e rimarranno chiusi tra le mura del palazzo per tutta la notte. L’associazione Ghost Hunter mira a riscoprire tradizioni e leggende misteriose o dimenticate, del territorio veneto, per preservarle e tramandarle. Con le loro strumentazioni, sono già andati a sondare la rocca di Este, il castello di Montagnana, quello di Monselice e altri siti. Alcune delle loro avventure li hanno portati anche fuori dal Veneto: una delle ricerche più approfondite si è svolta infatti a villa Carpena, Forlì, che fu dimora di Mussolini.
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