Torre demolita a Bagnoli, la ditta rassicura: «Risarciremo i danni alle case»
Le polemiche dopo l’abbattimento del serbatoio pensile a Cadoneghe. La ditta Nitrex: «Il lancio dei detriti messo in preventivo, siamo assicurati per problematiche di questo tipo»

I danni agli edifici causati dalla demolizione della torre piezometrica di Bagnoli saranno risarciti dalla ditta Nitrex, che ha gestito l’esplosione.
L’azienda, altamente specializzata nel settore, ad ogni operazione mette in preventivo che possano verificarsi dei danni da “lancio” dei detriti. «Tutto sarà indennizzato dalla Nitrex – rende noto l’azienda –, una delle pochissime ditte nel settore, in Italia, ad essere assicurata per danni “a metro zero”, cioè danneggiamenti a beni mobili e immobili situati anche in diretta adiacenza con il manufatto da demolire. Già nella giornata di giovedì, a demolizione appena avvenuta, le maestranze si sono adoperate per riparare i danni ai quali potevano porre rimedio nell’immediato, salendo a sistemare ove possibile le tegole dei tetti. Per tutti gli altri danni, che richiedono l’intervento di ditte specializzate come per esempio ai serramenti, la Nitrex è a disposizione per fornire adeguato ristoro economico».
Mentre ci si abitua un po’ alla volta al nuovo skyline, dopo anni in cui il panorama della frazione di Bagnoli di Cadoneghe era caratterizzato dalla torre dell’acquedotto alta ben 45 metri, in molti si domandano perché utilizzare l’esplosivo, anziché demolirla un pezzo alla volta, e soprattutto perché è rimasta una base.
Le ipotesi sono le più fantasiose, la spiegazione è semplice: quella che viene ritenuta essere la base, in realtà è la cisterna superiore appoggiata sui resti sbriciolati dei piloni. Che non si potevano abbattere con un sistema meccanico per evitare che, a forza di colpi di scavatori, la struttura si piegasse e cedesse di lato, abbattendosi su strade e case.
«La demolizione è stata un successo – precisa la Nitrex – sebbene ci si aspettasse un risultato diverso: le due cisterne sarebbero dovute rimanere integre, formando una struttura alta 14 metri; ma una cisterna in realtà si è totalmente sbriciolata insieme ai piloni. È stato pertanto un bene demolirla, perché significa che la base in calcestruzzo non era più molto solida».
Il progetto prevedeva che entrambi i serbatoi (il più grande in cima, quello più piccolo sotto), rimanessero integri, adagiandosi uno sull’altro al suolo a creare un torretta, che poi le ruspe avrebbero abbattuto pezzo per pezzo, in totale sicurezza per i residenti e per gli operai. Le cariche esplosive erano state posizionate in maniera tale da far ruotare leggermente la torre in modo che – se fosse caduta – lo avrebbe fatto lontana dalle case. Invece il secondo serbatoio si è sbriciolato.
In realtà il progetto iniziale aveva subito una modifica e le operazioni di demolizione, che sarebbero dovute avvenire a novembre, sono slittate di sei mesi. Si era ipotizzato, infatti, di usare il sistema di ribaltamento, ma il deterioramento della struttura aveva fatto propendere per una soluzione meno rischiosa. Da qui la decisione di cambiare programma e utilizzare le scariche esplosive per far fare alla torre un “effetto pancake”, facendola implodere su se stessa.
La ditta rassicura anche sulla non pericolosità dell’enorme nube di polvere che si è levata ed è rimasta sospesa a lungo nell’aria: le analisi preliminari avevano escluso la presenza di materiali pericolosi all’interno della struttura. Adesso le operazioni di rimozione dei detriti dureranno due settimane, nel corso delle quali gli scavatori finiranno di polverizzare i resti della struttura, per poi mandare tutto il materiale ad appositi centri di riciclaggio.
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