Cadoneghe, sentenza sulla strada mai realizzata: «Il consorzio paghi 1,4 milioni di euro»

A Cadoneghe il Tar dà ragione al Comune e impone il maxi-risarcimento. Il pool di imprenditori doveva farsi carico dei lavori di via Maestri del Lavoro, l’impegno venne meno

La biciclettata con cui era stata inaugurata la strada a Cadoneghe
La biciclettata con cui era stata inaugurata la strada a Cadoneghe

Il Comune di Cadoneghe ha ottenuto un risarcimento di quasi un milione e mezzo di euro: è il frutto della conclusione del contenzioso avviato anni or sono contro il consorzio Cadoneghe Nord, che avrebbe dovuto realizzare interamente a proprie spese via Maestri del Lavoro, strada che unisce la regionale 308 del Santo (uscita di Bragni) con la zona industriale di Cadoneghe, sgravando il centro residenziale dal passaggio del mezzi pesanti.

Strada che parzialmente era stata invece realizzata dal Comune, costretto a mettere mano al proprio bilancio in quanto il consorzio si era rivelato inottemperante. «Si è finalmente concluso dopo oltre vent’anni un contenzioso difficile e complesso – dichiara il sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro – che ha visto impegnato il Comune di Cadoneghe nel difendere i propri diritti contro il consorzio Cadoneghe Nord.

La sentenza del Tar del Veneto 24/2025 ha condannato il consorzio a rifondere al Comune oltre 1,4 milioni di euro per la mancata realizzazione della strada di collegamento oggi denominata Maestri del Lavoro». Sono decine i privati, gli imprenditori e le società immobiliari che dovranno versare la propria quota al Comune.

La vicenda risale a molti anni fa, quando il consorzio avrebbe dovuto realizzare l’opera a scomputo oneri, salvo poi non portarla mai a termine

. L’amministrazione comunale dell’epoca tentò di escutere la fideiussione dalla finanziaria Cassiopea, che aveva garantito l’opera, e che aveva sede in Inghilterra. Società che si rivelò una scatola vuota, lasciando il Comune senza alcun risarcimento e costringendolo ad accendere un mutuo per completare la strada.

La quale, una volta terminata, venne inaugurata con una biciclettata nell’ottobre 2012.

«Questa vicenda ha recato senza dubbio un notevole pregiudizio all’immagine del nostro Comune nonché un nuovo mutuo con la Cassa depositi e prestiti – dichiara il sindaco Schiesaro –. In più il Comune dovette sostenere i costi per gestire direttamente l’appalto e anche quelli di riscossione della fideiussione, che poi si è rivelata una scatola vuota e polverosa.

Si conclude cosi anche questo contenzioso che arriva da lontano, dopo quello di BusItalia costato all’ente oltre 900 mila euro, dell’asilo nido Aldo Moro costato alle casse pubbliche per errori del passato oltre mezzo milione di euro, alla Casa del Lavoratore per Imu mai versato (poi riscosso) e quello più recente della mensa Falcone e Borsellino, un’opera che appena inaugurata presentava difetti costruttivi su cui noi oggi stiamo intervenendo. Non è stato per me semplice comprendere tutte le dinamiche, gli equilibri, le azioni e i rapporti che sottostavano a questa importante lottizzazione, ma alla fine ce l’abbiamo fatta».

Lontano dalla scena politica da un po’ di tempo, l’allora sindaco Mirco Gastaldon interviene per precisare: «A onor del vero l’iter per riscuotere la fideiussione l’ho avviato io nel 2008.

All’epoca il Comune fu costretto a sostituirsi parzialmente al consorzio Cadoneghe Nord pur di concludere la strada, che i cittadini attendevano da anni, esasperati dal continuo passaggio dei camion in via Gitto, nel bel mezzo di un quartiere residenziale». —

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