Caffè senza porte, bagno con scontrino

Dicono gli esperti che per il momento del bisogno ci siano addirittura applicazioni per il cellulare. Alcune con recensioni - dicono se il bagno è pulito, nuovo, se c’è la turca, se è affollato - altre permettono di mettere in vendita qualche minuto di utilizzo del proprio bagno di casa. Ma i padovani, a questo proposito, hanno sempre avuto delle certezze: la più marmorea è che, al caffè senza porte, insieme a tutti i quotidiani gratuitamente accessibili c’è sempre stata anche una toilette disponibile. Il Pedrocchi è sempre stato un rifugio sicuro dove correre senza preoccuparsi, né del caffè né di altro, visto che dato il luogo non potrebbe che essere pulito. La certezza si è sgretolata ieri mattina, quando un gentile signore in livrea si è piazzato davanti alla toilette, chiedendo alle persone (per lo più signore e signorine) di esibire lo scontrino. Niente di troppo rigido: una scusa («Non ce l’ho, mi hanno offerto un caffè») poteva bastare in caso di mancanza.

Ma la novità ha stupito più di qualcuno, più che altro per la storia del Pedrocchi, oltre che per la vicinanza dei servizi alla sala verde, dove in passato si incontravano le persone meno abbienti della città o gli studenti dell’università, che sapevano di poter stare in questa sala indisturbati a riscaldarsi in inverno, fare conversazione oppure studiare senza che alcun cameriere venisse a chiedere l’ordinazione. Tutt’ora, molte persone la frequentano per fermarsi, riposarsi, aspettare qualcuno o leggere i giornali. A rassicurare gli avventori, comunque, arriva la risposta della direzione: sembra che la misura non sia stata introdotta in via definitiva, ma sia solo temporanea e riservata a giornate particolarmente affollate. Giusto per evitare ingorghi, insomma. A ricordare che la regola esiste, però, c’è un cartello ben leggibile: «L’uso della toilette», si legge a quasi duecento anni dall’apertura, «è riservato ai soli clienti». (s.q.)