Camionisti denunciati per traffico di rifiuti classificati pericolosi

Nel loro autoarticolato fermato a un controllo 25 tonnellate  di “plastica mista” trasportata senza adeguati permessi

SOLESINO. Il loro autoarticolato trasportava rifiuti etichettati come “pericolosi” e la coppia di autotrasportatori era priva dei regolari permessi per carichi di quel genere. Per questo motivo i carabinieri della Compagnia di Este hanno denunciato un padovano e un veronese. Si tratta di G.B.B. e F.F., sessantenni, uno residente a Solesino e l’altro in provincia di Verona.

Il loro camion è stato fermato sabato sera tra Solesino e Stanghella. Il mezzo, sottoposto a controllo, è risultato trasportare balle di plastica mista. Parte di questo materiale è ritenuto pericoloso in base alla normativa vigente. I due, che trasportavano la merce per conto di una cooperativa di Villa Bartolomea (Verona), non erano in possesso dei regolari permessi. In tutto, il camion trasportava 25 tonnellate di rifiuto. I carabinieri stanno compiendo ulteriori accertamenti per capire dove la merce fosse destinata e il perché di quel viaggio senza i regolari permessi. Il tema del trasporto e dello smaltimento illeciti di rifiuti è d’altro canto di stretta attualità nella Bassa padovana. Appena lo scorso marzo la Direzione distrettuale antimafia di Venezia aveva denunciato una lunga lista di imprenditori che utilizzavano rifiuti inquinanti per la realizzazione di alcune strade interpoderali in oltre cento comuni di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Oltre 5 mila tonnellate erano finite anche nella Bassa padovana, a Piacenza d’Adige, e nel Polesine.

Sempre per la Bassa, e nello specifico per Megliadino San Vitale, era passata appena qualche settimana prima l’inchiesta delle “scoasse d’oro” e dei capannoni abbandonati della Direzione distrettuale antimafia di Milano, che aveva scoperchiato un traffico illecito di circa 37 mila tonnellate di rifiuti e che aveva portato a 15 arresti. Il giro illecito di rifiuti emerso dall’inchiesta era più o meno questo: grandi quantitativi di immondizia, prodotti perlopiù nel Meridione, invece di essere trattati in appositi impianti di stoccaggio o in termovalorizzatori, finivano all’interno di capannoni abbandonati in Veneto. Da giugno a ottobre 2018 da Megliadino San Vitale erano partiti 28 trasporti, per un totale di oltre 808 tonnellate di inerti, tutti con documenti contraffatti.

Nicola Cesaro

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