«Camorra Live Show, un raggiro da 90 mila euro»: aperto il processo

MONTEGROTTO TERME. Si era spacciato per co-produttore e addirittura interprete del pluripremiato film “Gomorra” dall’omonimo libro di Roberto Saviano. Ed era comparso, in alcune foto pubblicate da riviste specializzate, stringendo fra le mani una pergamena, accanto la discacalia “acteur en Gomorra Palmares Grand Prix 2008”. Invece secondo il pubblico ministero padovano, Sergio Dini, che ha coordinato l’inchiesta, sarebbe soltanto uno specialista del raggiro Massimo Emilio Gobbi, 53 anni residente a Stra nel Veneziano in via Don Minzoni.
A quattro anni dall’avvio dell’inchiesta sulla pellicola ispirata alla malavita campana, aspirante sequel del ben più noto film Gomorra – e chissà perché ambientata nella zona delle terme padovane – si è aperto il processo davanti al giudice Daniele Marchiori nei confronti di Gobbi, sedicente legale rappresentante dell’inesistente (si legge nel capo d’imputazione) Emisfero Production, e di Andrea Siciliano, 39 anni di Milano, amministratore unico della pure inesistente società (sempre nelle carte processuali) Andy International. Di che cosa sono chiamati a rispondere i due? Del reato di concorso in truffa continuata per aver inscenato la realizzazione di una pellicola dal titolo “Camorra live show” (poi ribattezzata “Kamorrah days”), ingaggiando l’allora sindaco Luca Claudio per la parte di un avvocato playboy e promettendo ad aspiranti attori e attrici un ruolo, previo acquisto di una quota di partecipazione alla produzione del film. Una montatura per succhiare quattrini, sostiene la pubblica accusa.
In sei ci sono cascati in pieno, sganciando dai 13 ai 15 mila euro a testa per un totale tra i 78 mila e i 90 mila euro intascati - secondo la procura padovana– da Gobbi e da Siciliano che, tra marzo e maggio 2009, furono protagonisti di innumerevoli conferenze stampa per pubblicizzare il lavoro, sventolando la partecipazione alla pellicola di Noemi Letizia, la diciottenne di Portici famosa per aver “l’onore” di chiamare il cavalier Berlusconi “papi”. Ai due imputati si contesta anche di non aver saldato il noleggio di alcune auto per un totale di 3.500 euro, mentre un tecnico avrebbe fornito un impianto luci per 2.500 euro senza ricevere neppure un acconto. Sembrava che la storia si risolvesse in una telenovela, finita anche su “Striscia la notizia”. Invece dalla farsa si è passati al tribunale. Anche l’ex regista del film Claudio Bocchi aveva reclamato soldi: Gobbi lo ha querelato, avanzando una richiesta di risarcimento danni.
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