Campodarsego, aggredito e rapinato nel garage di casa

Spariti 2 borsoni di gioielli ancora in macchina, il bottino si aggira sui 50 mila euro
AGGREDITO E RAPINATO Andrea Gelmini davanti casa dove abita ed è stato assalito
AGGREDITO E RAPINATO Andrea Gelmini davanti casa dove abita ed è stato assalito
CAMPODARSEGO. Rappresentante orafo picchiato e rapinato sotto casa. I malviventi sono riusciti a portarsi via 2 dei 4 borsoni del campionario che aveva in auto: dentro gioielleria in argento e zirconi per un valore di 40-50 mila euro. La rapina l'altro ieri alle 22.30 in un garage interrato del complesso «Parco del Santo», dietro la nuova caserma dei carabinieri di via Hermagor.


Andrea Gelmini, 43 anni, di origine veronese, abita in via De Gasperi da un paio d'anni ed è dipendente di una ditta di preziosi di Vicenza. Pestato con violenza dai banditi, ha dovuto farsi medicare al Pronto soccorso di Camposampiero, 5 i giorni di prognosi. E' la terza rapina in paese in poco più di un mese: il 12 febbraio sono stati rapinati una famiglia rumena a Reschigliano e il parroco di Sant'Andrea. Mercoledì sera Gelmini è rientrato a casa parcheggiando nel garage interrato della palazzina.


In macchina ha lasciato 4 borsoni di preziosi, l'intero campionario, ed è salito in appartamento per la cena. Alle 22.30 è ridisceso in garage, ha preso 2 borsoni e li ha portati in casa. Poi è tornato giù per prendere gli altri 2 ed è stato sorpreso dai banditi. «Me li sono trovati alle spalle - racconta ancora sconvolto - Non so quanti fossero, almeno 2, però non li ho potuti vedere. Uno mi ha puntato qualcosa di appuntito sul collo e mi ha detto: Sta zitto, sta fermo. Sì, in italiano ma erano dell'Est - tiene a precisare - Mi ha spinto al muro e mi ha tenuto fermo mentre l'altro rovistava nell'auto. Quanto tempo? Forse 30 secondi, forse un minuto. Ma a me sono sembrate 6 ore. Alla fine quello che mi teneva sotto tiro mi ha sferrato un colpo sulla nuca, non so se col pugno o con qualcosa. Ma la botta mi ha intontito, mi sono accasciato. Ho avvertito un formicolio in testa, ho avuto paura. Ho sentito che se ne andavano, mi sono girato: erano già sul cancello».


Fin qui il racconto di Gelmini, che porta sul volto i segni delle percosse. Rimasto solo, si è trascinato fino all'appartamento e ha chiamato il 112. Sul posto sono accorse le pattuglie della vicina caserma, che hanno diramato le ricerche dei fuggitivi e sentito il rapinato. All'interno del «Parco del Santo» non circolano vetture. Il palazzetto dove vive Gelmini, però, è sul lato nord, raggiungibile da due sole strade: quella che passa davanti alla caserma e una seconda che corre sotto i condomini di via Puccini, dove vivono numerose famiglie albanesi e rumene. «Non so come abbiano fatto a entrare, il garage interrato ha il cancello elettrico, anche se penso che per loro sia stato facile aprirlo oppure entrare da un altro edificio. I palazzetti di quest'isolato sono collegati fra loro» conclude Gelmini. Che ora sarà costretto a cambiare le sue abitudini.

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