Camposampiero, 300 al sit-in contro i tagli all’ospedale

CAMPOSAMPIERO. Tutelare la salute dei cittadini del Camposampierese ma anche l’indotto. Questo il leit motiv che ha mosso “Fiori di Cactus” a lanciare la manifestazione a favore delle attività dell’ospedale tenutasi ieri e alla quale hanno risposto circa 300 persone nonostante la pioggia.
A spiegare il senso del sit in Cesare Mason, il presidente della Federazione del Camposampierese. «Non siamo qui per protestare ma per lavorare assieme alla Regione. Noi sindaci siamo amministratori e dirigiamo un’azienda che tutela e gestisce il territorio. Per questo vogliamo sapere dalla Regione se è in corso una depredazione di questo ospedale o una pianificazione e ridistribuzione sul territorio dei servizi. Se è così ce lo vengano a dire e ci sediamo intorno a un tavolo. Il nostro compito è programmazione e controllo, la stessa cosa debbono fare gli amministratori in Regione».

Ha ribadito gli stessi concetti Stefano Scattolin (Massanzago): «Non possiamo ritrovarci ogni 6 mesi a ridiscutere queste razionalizzazioni e non possiamo accettare tagli indiscriminati dove prima si investe in strutture, reparti e personale e dopo si cancella ciò che si è fatto e si riparte per un’altra strada. La programmazione deve essere lungimirante, chiediamo un impegno pluriennale per il nostro ospedale».
«Non facciamo la guerra a nessuno: il nostro compito è tutelare la salute dei cittadini nel miglior modo possibile», ha aggiunto il sindaco di Campodarsego Mirko Patron, «qui non c’è colore politico, siamo per la difesa del nostro territorio e faremo il massimo per mantenere quello che c’è». Il primo cittadino di Camposampiero Katia Maccarrone ha ricordato come la mobilitazione precedente sia stata determinante per mantenere Neonatologia e come nel 2015 ben 13 sindaci combatterono e firmarono una risoluzione perché la Cardiologia non diventasse solo ambulatoriale.
«Non tanto tempo fa c’eravamo trovati per parlare di Pediatria, che ha avuto vicende drammatiche che non sono ancora risolte ma sono in fase di risoluzione. La Terapia intensiva neonatale è prevista dalla schede però nella realtà dobbiamo ancora concludere la ricerca del primario e costituire di nuovo il gruppo dei pediatri», ha detto Maccarrone.
Con passione, il senologo neo pensionato Angelo Giacomazzi ha elencato i punti dolenti delle nuove schede ospedaliere. «Oncologia non è scritta da nessuna parte, il Centro trasfusionale verrà privato della terapia immonutrasfusionale. La Dialisi, che in gran parte è sostenuta come anche l’Oncologia da donazioni private, manca. E anche la dialisi ha tantissimi strumentazioni date dal volontariato. Altro particolare, ignorato da tutti, è l’indotto. Questo ospedale dà lavoro a centinaia di persone e questo va riportato a chi fa questo tipo di scelte».
In sofferenza, ha affermato Giacomazzi, andrebbero una serie di esercizi: pizzerie, ristoranti, alberghi, cooperative. «Non facciamo la guerra a nessuno», ha concluso Giacomazzo, «se gli altri ospedali crescono siamo contentissimi che diano rispose alla salute, basta che non la diano a scapito dei nostri. E se qualcuno vi dirà che c’è in atto una razionalizzazione e bisogna risparmiare, a queste persone direi che si guardino su internet le schede perché il risparmio non c’è, per esempio, sulle strutture private accreditate. E allora mi vengono un sacco di sospetti».
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