Camposampiero, moglie-aguzzina costretta a divorziare

CAMPOSAMPIERO. Avrà tempo fino al 24 gennaio prossimo P.A.R.D.L, cubana di 46 anni, per accettare la separazione e il divorzio dal marito G.Z., sessantunenne di Fratte, altrimenti non potrà chiedere il patteggiamento e sarà rinviata a giudizio ordinario. La storia, ben nota nella frazione e in tutto il paese, è un campionario di vessazioni, umiliazioni, minacce e anche aggressioni perpetrate dalla moglie cubana nei confronti del marito di Fratte, 16 anni più anziano, malato della morbo di Parkinson e costretto a muoversi in sedia a rotelle.
Dopo l'incontro con la bella caraibica, coronato dal matrimonio nel 2008, per G.Z. dal 2010, oltre all'insorgere della malattia, è iniziato un vero e proprio incubo cubano, come recita la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero Giorgio Falcone.
Richieste continue di denaro, offese, viaggi improvvisi a Cuba di P.A.R.D.L., ospiti indesiderati in casa (di proprietà di G.Z.), ingiurie, coinvolgimento simulato in un traffico internazionale di stupefacenti, fino a una coltellata alla coscia e a una costola rotta per l'uomo costretto a rifugiarsi a casa del fratello fino a quando il gip della Procura della Repubblica di Padova, nel luglio scorso, ha disposto l'allontanamento della donna dalla casa familiare. Martedì i due coniugi si sono ritrovati in Tribunale a Padova per la prima udienza del processo penale e il giudice per le udienze preliminari Margherita Brunello, in accordo con il pm, ha rinviato il procedimento a fine gennaio in attesa di divorzio e separazione.
L'avvocato Annapaola Malvestio di Massanzago, che difende G.Z. spiega: «La collega del civile (che difende la cubana insieme a un penalista, entrambi sono di Milano ndr) aveva proposto di chiudere rapidamente ma all'atto pratico non ha mai formalizzato nulla.
Per questa ragione mi sono costituita parte civile chiedendo un risarcimento danni per oltre 175.000 euro con riserva di integrazione in sede civile e ho insistito affinché il patteggiamento venga discusso solo all'esito dell'omologa della separazione con riconoscimento di addebito a carico di P.A.R.D.L. e in più ho chiesto delle garanzie perché in seguito si arrivi subito al divorzio. Vogliamo ottenere sia la separazione quanto il divorzio in tempi rapidissimi e, solo all'esito di queste, valuteremo se rinunciare a chiedere ulteriori danni alla donna». Ora si attende la decisione della moglie cubana per capire se il matrimonio, trasformatosi in incubo, è finito anche per la legge italiana.
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