Camposampiero, spacciatore marocchino ai domiciliari nella casa del prete

Don Marco Scattolon: «Mohammed è qui da un anno, mi ha aiutato, ma serve chiarezza dal Tribunale»
BELLUCO-FOTOPIRAN-CAMPOSAMPIERO-INTERVISTA PARROCO RUSTEGA DON MARCO SCATTOLON
BELLUCO-FOTOPIRAN-CAMPOSAMPIERO-INTERVISTA PARROCO RUSTEGA DON MARCO SCATTOLON

CAMPOSAMPIERO. Si prolunga, fino a data da destinarsi, il “soggiorno” obbligato nella canonica di Rustega di Mohammed Taoufik, 33 anni, marocchino che da oltre un anno sta scontando gli arresti domiciliari nella casa parrocchiale, ospitato da don Marco Scattolon, dopo aver trascorso altri dieci mesi al Due Palazzi. «Il periodo di detenzione domiciliare sarebbe dovuto terminare il 22 settembre, ma ad oggi non sappiamo ancora quanto dovrà restare ancora qui», conferma il parroco. «Abbiamo ricevuto una comunicazione via fax che però non si legge e dalla quale non si capisce la nuova data di scadenza degli arresti. Ora attendiamo il ritorno dalle ferie del suo avvocato per capire meglio i tempi». In realtà sarebbe arrivata la comunicazione che c’è un altro anno da scontare.

Ma la vicenda di Mohammed sta assumendo i contorni del caso unico. L’uomo, sorpreso in stazione a Padova a spacciare una dose di droga, non può uscire dal giardino della canonica, né incontrare nessuno ed è controllato quotidianamente dai carabinieri. «La sua presenza non ha dato problemi, anzi; in questo modo la canonica è sempre sorvegliata, dai carabinieri e dal ragazzo. Durante quest’anno Mohammed mi ha aiutato nelle faccende domestiche, ma serve maggiore chiarezza da parte del Tribunale. Dopo dieci mesi di carcere e un anno di domiciliari, non sappiamo ancora nulla del suo futuro. Allo Stato, in questo periodo, non è costato nulla e quasi ci si è dimenticati di lui. Una volta finiti gli arresti domiciliari, l’uomo dovrà rifarsi i documenti e trovarsi una sistemazione, tanto più che gli arriverà una sorta di “penale” da 5.000 euro da pagare allo Stato perché, mi spiegano, il carcere costa. Ma Mohammed è stato qui in canonica e ora dovrò aiutarlo a pagare questa cifra ingente mentre, al limite, dovrei essere io a chiedere un rimborso. Faremo sicuramente ricorso».

 

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