Candiotto: numeri da record «Vogliono ridimensionarci»
ABANO TERME. Numeri record d’interventi e molti in lista d’attesa. Il reparto di Ortopedia e traumatologia della Casa di Cura di Abano è tra i più all’avanguardia in Italia. Tanto che per la chirurgia del ginocchio il Policlinico di Abano è al secondo posto in Italia. Sono 1.300 gli interventi all’anno di chirurgia protesica e ben 1. 200 sono le persone in lista d’attesa.
Uno dei reparti riconosciuti a livello nazionale d’eccellenza, assieme a quello di Urologia guidato da Sergio Porreca, potrebbe essere ridimensionato, nonostante numeri record, soprattutto per una struttura privata come il Policlinico di Abano.
«Siamo all’avanguardia nella chirurgia protesica e mininvasiva», spiega il dottor Sergio Candiotto, responsabile del reparto di Ortopedia e traumatologia della Casa di Cura di Abano. «Siamo impegnati a 360 gradi e siamo ormai un modello di riferimento. In tre anni e mezzo che sono ad Abano abbiamo sviluppato anche la protesi all’anca, oltre a potenziare la chirurgia al ginocchio. Abbiamo allargato l’orizzonte anche alla chirurgia dello scheletro. Ci sembra assurdo che un reparto di questo tipo, che funziona a meraviglia, possa essere ridimensionato da scelte le cui motivazione ancora ci sfuggono. Abbiamo liste d’attesa in Veneto che sono lunghissime e bisognerebbe invece fare qualcosa su questo fronte. I tempi di attesa dei pazienti sono a volte più lunghi rispetto alla soglia di sopportazione del dolore, che spesso non va di pari passo».
Nel reparto di Ortopedia di Abano sono impegnati ben 14 medici, divisi per settore, dall’ortopedia del ginocchio e dell’anca, fino ad arrivare alla traumatologia. «Vengo dal pubblico, dove ho lavorato per 36 anni, e devo dire che alla Casa di Cura ho trovato grande efficienza e rispetto del dovere professionale (Candiotto vanta una lunga esperienza all’Ospedale Sant’Antonio di Padova, ndr). Speriamo di non subire tagli, a causa del declassamento prospettato dalla Regione», spiega ancora Sergio Candiotto. «Siamo all’avanguardia in questo settore, tanto da essere tra i migliori per la chirurgia robotica a ginocchio ed anca».
In difesa delle eccellenze della Casa di Cura arriva anche l’Upa. «È una scelta che non tiene conto del territorio e della vocazione dello stesso, penalizzante per la zona, che avrebbe ricadute negative sia sulla vita dei cittadini, che sulle nostre imprese», dice Donato Pedron. «Una delle peculiarità di questo territorio, nell’ottica dello sviluppo proposto nell’Ogd, è anche questo servizio e la mancanza di un presidio ospedaliero ridurrebbe di molto l’appeal agli occhi degli operatori. Appoggiamo le preoccupazioni del sindaco Barbierato e invitiamo la Regione a meditare su questa scelta, perché ogni opportunità tolta al territorio si ripercuote negativamente sull’economia e sullo sviluppo». —
F. FR.
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