Cani nell’ovile, strage fra le pecore in fuga

Dramma nella notte ad Anguillara: molti capi terrorizzati sono finiti nell’Adige, altri investiti. Agnelli schiacciati dalla calca
Di Nicola Stievano

ANGUILLARA VENETA. Nella notte due cani fanno irruzione in un ovile e seminano il panico fra il gregge. La mattina dopo il bilancio è impressionante: decine di pecore annegate nell'Adige, agnelli schiacciati dalla calca e molti altri capi feriti o dispersi. Il dramma si è consumato a Borgoforte, borgo di pastori, nell'allevamento di Orazio Morandi, storico allevatore di ovini. Il suo gregge è stato preso d'assalto e disperso da due cani scappati da un'abitazione vicina. Nella notte si sono intrufolati nell'ovile nel quale riposavano quasi 450 pecore, circa la metà del totale dell'allevamento. Da allora è stato il caos: gli animali, spaventati e fuori controllo, si sono accalcati verso le uscite, sfondando cancelli e recinzione, per fuggire nei campi tra i fiumi Adige e Gorzone, in via Borgo. I cani hanno continuato il loro inseguimento e numerose pecore hanno risalito gli argini dei due fiumi in preda al panico e si sono gettate in acqua. Due sono state persino investite da un'auto di passaggio. L'automobilista, rimasto illeso, si è trovato davanti all'improvviso un gregge di una trentina di pecore è non è riuscito ad evitare l'impatto, uccidendone due e ferendone qualcun’altra. Altre invece hanno proseguito la loro corsa disperata e sono state ritrovate la mattina dopo anche sei chilometri a est, verso Rottanova. L'allevatore si è accorto del disastro ieri all'alba, quando ormai il danno era fatto.

In soccorso agli animali rimasti in acqua sono arrivate due squadre dei vigili del fuoco, da Piove di Sacco e da Cavarzere, entrambe dotate di gommone e di tute acquatiche. Dalle acque dell'Adige hanno ripescato, dopo quasi quattro ore di lavoro, 23 pecore, di cui 11 morte annegate. Altre due sono state recuperate invece dal vicino fiume Gorzone. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia del carabinieri. Nel frattempo Morandi ha battuto in lungo e in largo la campagna circostante per recuperare le pecore fuggite anche a chilometri di distanza lungo l'argine o per il campi. Secondo l'allevatore i capi dispersi, probabilmente trascinati dalla corrente del fiume e annegati, sono almeno una cinquantina. Senza contare poi gli agnelli trovati morti tra l'erba, schiacciati dal gregge in rotta.

Una vera e propria strage che non ha precedenti, conferma sconsolato Orazio Morandi: «Può capitare che dei cani entrino nei recinti, ma una cosa del genere non l'avevo mai vista. I cani hanno seminato il terrore nell'ovile ed è stata una fortuna che i cancelli si siano aperti, perché altrimenti ci saremo ritrovati con un numero maggiore di animali morti. I danni comunque sono notevoli a partire dal valore dei capi morti annegati e di quelli feriti, fra i quali vi sono numerose pecore incinte o con agnelli appena nati. Per questi ultimi la sopravvivenza sarà difficile senza la loro madre. Attraverso i microchip abbiamo controllato fino a sera il numero di pecore disperse e siamo intorno alla cinquantina. La perdita economica è dell'ordine di parecchie migliaia di euro, tra perdite di capi e i danni alle strutture».

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