«Carcere sovraffollato» Astensione dalle udienze

Sovraffollamento in carcere (anche a Padova) e ordinamento penitenziario superato, nuova doppia emergenza. E la protesta della Camera penale italiana – in prima linea quella di Padova presieduta dall’avvocato Pietro Someda – non è mancata in occasione delle due giornate di astensione dalle udienze penali (martedì e ieri) con una manifestazione di fronte al grattacielo del Due Palazzi, la casa di reclusione per i detenuti definitivi. Una “casa” con 590 reclusi rispetto a una capienza regolamentare di 439, mentre la circondariale conta 227 ospiti per una capienza di 171 (dati aggiornati al 28 febbraio). «Il premier Gentiloni e il ministro della Giustizia Orlando avevano promesso di far passare la riforma dell’ordinamento frutto del lavoro durato due anni degli Stati generali della giustizia. Così non è stato, anche se il governo in carica avrebbe ancora tempo per farlo» spiegano il presidente Someda con la collega Annamaria Alborghetti, referente del carcere per la Camera penale padovana. Eppure basterebbe poco: un consiglio dei ministri dedicato al varo del decreto delegato destinato a dare attuazione alla legge delega di riforma. «Non sarebbe un colpo di maggioranza ma l’esito di un lavoro condiviso. Purtroppo il carcere non produce consenso elettorale mentre il pacchetto sicurezza sì» rilevano. La riforma «amplierebbe le misure alternative al carcere escludendo i reati più gravi come quelli di mafia e terrorismo. L’apertura a una detenzione diversa, non in base a un automatismo, sarebbe condizionata da rigorosi controlli perché il detenuto la deve meritare. Peraltro la Corte costituzionale ha anticipato la riforma prevedendo che, fino a una condanna a 4 anni, si possa chiedere l’affidamento in prova». Un modo per ridurre il sovraffollamento: «Il paradosso è che si mette in carcere per insegnare la legalità e poi lo Stato italiano è condannato in Europa a risarcire i detenuti per un trattamento in condizioni degradanti e disumane. In più da 27 anni non c’è un’amnistia, fatto che non trova precedenti nella storia repubblicana, e solo nel 2006 c’è stato l’ultimo indultino» osservano, «Serve anche una depenalizzazione: ci sono abusi edilizi, come l’apertura di una finestra in zona vincolata, trattati come reati penali quando basterebbe una sanzione amministrativa». «Bisogna uscire dalla logica che il carcere genera più sicurezza. Anzi è provato che con le misure alternative minore è il tasso di recidiva» rileva l’avvocato Leonardo Arnau per l’Ordine degli avvocati. Ordine che ha aderito all’iniziativa con Antigone (presente il professor Giuseppe Mosconi); Ristretti orizzonti (Angelo Ferrarini) e Altra città (Valentina Franceschini), Fp Cgil (Giampiero Pegoraro). Iniziativa condivisa anche dalla magistratura di Sorveglianza e dal provveditore veneto alle carceri Sbriglia.
Cristina Genesin
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