Caro-affitti, addio all'antico panificio del centro
Via Gorizia, lunedì saracinesche abbassate alla bottega dietro il Pedrocchi

STOP. Chiude i battenti il panificio di via Gorizia 20 gestito da anni da Paola Ragazzo e Matteo Galeazzo
Il panificio di via Gorizia 20, in pieno centro storico, ad appena venti metri dal Caffè Pedrocchi, chiuderà i battenti per sempre a partire da lunedì prossimo. Il locale, oggi gestito da Paola Ragazzo e Matteo Galeazzo in collaborazione con tre ragazze, è uno dei forni più antichi del Veneto dove il pane viene preparato ogni notte ancora su base artigianale. E' stato aperto negli anni '20 del secolo scorso. Prima della seconda guerra mondiale era gestito dalla famiglia Fregonese. Subito dopo dai Veludo e negli ultimi decenni dalla coppia Galeazzo-Ragazzo. Gli attuali titolari, loro malgrado, gettano la spugna per vari motivi, ma essenzialmente perché il padrone dei muri, proprietario dell'intero palazzo, alla scadenza del vecchio contratto, ha chiesto un aumento del canone d'affitto intorno al 50 per cento. «Lascio quest'attività con una grande amarezza nel cuore - dice la signora Paola -. I motivi della nostra chiusura vanno collegati anche ai cambiamenti in peggio che ci sono stati nel cuore della città negli ultimi anni. Comunque colgo l'occasione per ringraziare tutti i clienti che, per decenni, non hanno mai smesso di venire a comprare il pane da noi». A proposito di clienti, tra quelli più amareggiati ci sono anche l'ex assessore comunale, Cristiano Zironi, la titolare del ristorante Belle Parti, Stefania Martinato, il capostipite del negozio Valesio, Eugenio, il gestore del Caffè Cavour, Arman Tiouri e l'edicolante Mario Bertolino. «Il pane del forno di via Gorizia era buono già negli anni '60 - dice Valesio senior -. Tra le sue specialità anche le rosette, sempre fragranti, le spaccatine ed i cosiddetti montasù». Ma anche oggi i prodotti del panificio che scompare di scena sono apprezzati da tutti. «Non sarà facile trovare altrove il filone di questo panificio oppure le pagnottine latte e miele», dice Zironi. (f.pad.)
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