Caro bollette, un salasso per le scuole padovane: settimana corta, un tavolo dal prefetto
Bisato (Provincia): «Chiudendo il sabato possiamo risparmiare 400 mila euro». C’è anche l’ipotesi di usare la Dad
PADOVA. Il caro-energia si abbatte anche sulla scuola. Le bollette crescono per tutti, anche per i 64 plessi padovani delle scuole superiori, dove studiano circa 39 mila studenti, che sono di competenza amministrativa della Provincia. A porre il problema è il consigliere delegato per l’Edilizia scolastica Alessandro Luigi Bisato, che negli ultimi giorni si è messo in contatto con i tecnici del settore per vedere cosa la Provincia può fare concretamente per cercare di risparmiare il più possibile su energia elettrica e gas.
I CONTI
«Nei mesi freddi spendiamo 18 mila euro al giorno per riscaldare tutti i 64 istituti di nostra competenza. Abbiamo calcolato che lo scorso inverno abbiamo dovuto pagare 2,5 milioni di euro per riscaldamento e illuminazione degli spazi scolastici. E questi sono i costi dell’ultimo anno scolastico, quando il gas non aveva raggiunto i livelli record di oggi – ragiona Bisato – L’ipotesi di chiudere gli istituti superiori al sabato farebbe risparmiare almeno 400 mila euro. Da tenere presente che il calcolo effettuato oggi è nettamente al ribasso perché il confronto è fatto non con la cifra che si ottiene con i dati dell’anno scolastico 2021-2022, ma con quelli che saranno i numeri dei mesi invernali del 2022-2023. Così il risparmio sarà ancora maggiore. Sto seguendo con profondo interesse il dibattito il corso in tutte le scuole d’Italia, dove le proposte sono tante, ma è certo che non possiamo e non dobbiamo limitarci solo alla possibilità di ridurre la temperatura nelle aule di uno o di due gradi».
LE PROPOSTE
Che fare, allora, davanti all’escalation del prezzo del gas che, due giorni fa, è arrivato alla soglia record di 330 euro a megawattora mettendo in ginocchio le economie di quasi tutti i Paesi europei e mettendo a rischio anche i servizi scolastici e sociali? «La proposta che arriva da alcuni presidi chiudere gli istituti superiori della provincia non va sottovalutata per niente» aggiunge l’ex sindaco di Noventa. «Secondo me potrebbe essere istituito già nelle prossime settimane un tavolo di confronto tra Comune, Provincia e Ufficio scolastico provinciale, possibilmente sotto la regia del prefetto Raffaele Grassi che si è dimostrato sempre disponibile verso queste iniziative, in cui il problema andrebbe affrontato non solo dal punto di vista economico, ma anche a livello educativo e pedagogico. Io sono pronto. Il dibattito può essere aperto già nei prossimi giorni, siamo ancora in tempo. Vediamo chi sono i favorevoli e chi i contrari».
LA REPLICA DEL PROVVEDITORE
Nel dibattito interviene anche il Provveditore: «Da decenni ogni scuola è dotata di una vera e propria autonomia giuridica per quanto riguarda non solo l’offerta formativa, ma anche la gestione con eventuali decisioni specifiche sugli orari di apertura e di chiusura dei singoli plessi, compresa la scelta di tenere a una determinata temperatura interna il riscaldamento nelle aule. A meno che – sottolinea Roberto Natale – non venga approvata dal governo una nuova normativa nazionale, che sia valida per tutte le scuole d’Italia oppure che intervenga la Regione che ha competenza territoriale».
Un’altra ipotesi lanciata dal presidente dell’Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, è quella di fare lezione il sabato in Dad. Un’opzione che potrà essere discussa nel tavolo richiesto dalla Provincia.
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