Caro frittelle: «Più di 50 euro al chilo»

Tre giorni fa una frittella, esposta alla pasticceria Graziati, in Piazza dei Frutti, costava 1.50 euro. Ieri un pacchetto di galani di 300 grammi, prodotti dal campione del mondo di pasticceria, Luigi Biasetto ed esposti sul banco del Caffè Cavour, era in vendita a 18 euro.
Basta fare due conti per constatare che quel chilo di galani, chiamati altrove anche bugie, chiacchiere o crostoli, viene a costare circa 55 euro. Insomma siamo al caro galani e frittelle, diventati negli ultimi anni dolci di «lusso». Una differenza abissale con i prezzi praticati nei supermercati: ad esempio, al Pam di Piazzetta Garzeria i galani, prodotti dalla Mago Merlini, sono in offerta a 7.78 euro al chilo.
«Sia Biasetto/Cavour che Graziati, uniti a tanti altri pasticcieri artigianali padovani, producono dolci di alta qualità, sono sicuri anche dal punto di vista sanitario», dice Nicoletta Maschera, docente universitaria. «Nulla a che fare con i prodotti di pasticceria dei supermercati».
Duro il commento del segretario di Adiconsum-Cisl: «Meglio acquistare i dolci di Carnevale al supermercato», osserva Roberto Nardo, «Sono ugualmente croccanti e garantiti dal punto di vista della sicurezza alimentare. Perché dovrei spendere 50 euro per un chilo di chiacchiere? Il discorso sulla qualità è giusto, ma vale sino ad un determinato limite».
Immediata la risposta degli addetti ai lavori. «I prezzi dei galani e delle frittelle sono cresciuti già un anno fa», spiega Federica Luni, contitolare del Caffè Estense in via Forcellini e presidente della sezione pasticcieri dell’Appe, «Quest’anno la categoria ha mantenuto gli stessi prezzi 2012. Mi risulta che i miei colleghi fanno pagare una frittella 1.20 o 1.30 euro. Luigi Biasetto, poi, va per conto suo. Anche perché sfrutta la sua immagine internazionale».
E la signora Luni entra anche nei motivi concreti del caro- frittelle e spiega perché le bugie piccole, a parità di peso, costano di più di quelle grandi. «Nei nostri laboratori utilizziamo solo ingredienti di alta qualità. Tra cui uova fresche di galline allevate a terra, burro extra supergenuino ed olio di arachide dop. Negli ultimi anni, sono cresciuti, a dismisura, sia i costi generali di produzione che quelli legati alla gestione del locale. Ad esempio più soldi per il personale dopo che è stato rinnovato il contratto nazionale della categoria ed anche per pagare tutte le bollette dei servizi. Quindi sarebbe stato impossibile garantire gli stessi prezzi di cinque anni fa, quando la frittella artigianale costava un euro. Del paragone con quella prodotta a livello industriale è meglio non parlare perché sia gli ingredienti che i costi di produzione e di distribuzione sono del tutto diversi. Le frittelle piccole costano di più, infine, perché per la loro produzione occorre più lavoro e serve la stessa quantità di olio di quelle grandi».
Anche Luca Scandaletti entra nel dibattito sui dolci di carnevale: «La pasticceria artigianale è tutt’altra cosa rispetto a quella dell’industria, legata alla catena di montaggio», precisa il titolare de Le Sablon, diplomatosi a Bruxelles.
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