Caro materie prime, le aziende disertano il bando dell’Università di Padova per le manutenzioni
Sei milioni di euro per occuparsi di 164 edifici per 4 anni.
Ma alla gara non risponde nessuno: non è conveniente
PADOVA. Il maxi bando pubblico da quasi sei milioni di euro promosso dall’Università è andato deserto. Nessuna delle aziende invitate a partecipare alla gara per l’appalto dei lavori di manutenzione straordinaria degli immobili dell’ateneo ha risposto alla chiamata. Il caro materie prime da un lato (con la conseguente necessità di rivedere il prezziario) e l’effetto superbonus che vede le aziende impegnatissime in cantieri privati dall’altro, sono tra le probabili cause di questa singolare situazione.
L’Università si trova ora costretta a lanciare un nuovo bando, invitando altre aziende per instaurare un rapporto lavorativo che assicuri la manutenzione degli edifici per i prossimi quattro anni. Il nuovo bando, che prevede l’invito di altre imprese, ma non la modifica delle condizioni presentate in quello precedente, sarà pubblicato e aperto nei prossimi giorni.
LA GARA
Il bando prevede un accordo quadriennale da instaurare con un’unica azienda che si dovrà occupare, per tutta la durata del contratto, di assicurare interventi di manutenzione straordinaria e garantire la piena efficienza di tutte le strutture dell’ateneo, così da offrire ambienti sempre funzionali per le attività della didattica e della ricerca.
Sono 164 in tutto gli edifici di proprietà o in concessione dell’ateneo, parte consistente dei quali è soggetta a vincolo dei Beni culturali. Oltre a questi saranno da includere nell’accordo anche le eventuali acquisizioni di nuovi immobili, qualora avvenissero nel corso del prossimo quadriennio. Così, ogni qualvolta che nel corso dei quattro anni di contratto un edificio avesse bisogno di un intervento più o meno immediato, l’azienda che vincerà il nuovo bando dovrà intervenire prontamente e assicurare la conclusione e la riuscita delle operazioni. L’importo totale dell’accordo è di quasi 6 milioni di euro. Più precisamente, 5 milioni 330 mila euro sono destinati ai lavori concreti di manutenzioni e agli oneri per la sicurezza. Importo che rappresenta, quindi, la reale base d’appalto. Il restante importo, invece, è destinato all’Iva di legge pari al 10 per cento e alle varie spese tecniche.
La decisione di trovare un’unica azienda che si occuperà di tutti gli interventi che si renderanno necessari nel corso della durata del contratto è una scelta logica e funzionale. Dal momento che l’Università non dispone di personale e attrezzature idonee per l’esecuzione di questi interventi e che gli edifici universitari nel corso dell’anno accademico richiedono spesso e volentieri interventi di vario tipo, non è infatti pensabile non affidare l’appalto a un unico operatore e avviare di volta in volta singole procedure di gara per ognuno degli interventi edilizi. Scelta, quest’ultima, che comporterebbe un importante impiego di tempo, risorse umane, economiche e strumentali.
LE AZIENDE
Sono state 14 le aziende invitate a partecipare al bando pubblico dall’Università. Nessuna di queste, però, ha presentato un’offerta entro il termine stabilito. Si tratta di aziende provenienti da varie parti d’Italia: Treviso, Verona, Vicenza, solo per citare qualche esempio veneto; ma anche Roma, Monza, Brescia e Ravenna.
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