Carte clonate, un anno al titolare del locale

Con queste due sentenze con rito abbreviato, si chiude il processo che riguarda la banda specializzata nella clonazione di carte di credito con la complicità di commercianti e pubblici esercenti.
Gian Antonio Mion, titolare del negozio di elettronica “Mito Service” in via Ca' Nave a Cittadella è stato condannato a 5 mesi e 20 giorni e 300 euro di multa; Sebastiano Danielli, titolare del circolo “Inbloom” con sede a Maserà in via Pola 11, è stato condannato a un anno e 800 euro. La storia è quella che vedeva coinvolto anche l’appuntato dei carabinieri Luigi Nardone, all’epoca in servizio nella caserma di Piove, finito in manette il 17 maggio 2011 dopo un’indagine coordinata dal pm Benedetto Roberti.
Indagine - definitivamente conclusa e finita davanti al gup Lara Fortuna - che ha svelato le malefatte di Nardone & co, ben 12 coimputati fra i quali tre stretti collaboratori, e nove complici fra titolari di pubblici esercizi e commercianti. Costoro avevano messo a disposizione gli apparecchi elettronici attivi nei propri negozi o locali per “leggere” le carte clonate e dividere a metà il profitto illecito sottratto agli ignari intestatari delle card derubati, a loro insaputa, dei codici di accesso (tra loro, per l’appunto, Mion e Danielli). C’è chi ha patteggiato, chi ha preferito affrontare il processo. Nel computer di uno della banda erano contenuti centinaia di codici di ignari clienti della Chase Bank di Manhattan e della Capital One di Richmond, impressi in decine di tessere magnetiche (molte tessere fedeltà Ikea o carte di credito scadute) attraverso l'uso di uno skimmer. I vertici si avvalevano di operatori commerciali disposti a rischiare pur di dividere l’incasso.
Danielli, in concorso con altre persone, quale titolare del circolo di Maserà, permetteva indebitamente che si utilizzassero carte di credito clonate per pagare alimenti e bevande, (decine di casi), ottenendo così un indebito profitto. Fatti contestati nel novembre del 2010. Venivano “strisciate” più volte carte americane clonate, per importi che andavano a decrescere per ogni singola transazione non andata a buon fine, fino ad avere l’approvazione della banca. Si tratta di “strisciate” anche di 4.000 euro, poco compatibili con i ricavi del circolo. Nardone ha confermato al pm che il proprietario del locale era a conoscenza di tutto.
Mion ha permesso che nel suo negozio, l’8 febbraio 2011, si utilizzassero carte clonate per comprare uno smartphone Galaxi Ta Samsung del costo di 699 euro. A lui è contestato solo un episodio.
Carlo Bellotto
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova