Casa d’appuntamenti in pieno centro storico

ESTE. La promessa era un “fifty fifty” per potersi pagare il biglietto aereo per la Cina. Lei si prostituiva e in cambio otteneva metà dei soldi ricevuti dal cliente. Peccato che, in un mese, non abbia visto un euro e, anzi, sia stata costretta a rimanere segregata in casa perché priva dei documenti. A “liberarla” ci hanno pensato i carabinieri della Compagnia di Este, che hanno messo le manette a Xue Guifen, cinese di 60 anni: la donna gestiva un appartamento a luci rosse in pieno centro storico a Este.
L’arresto è arrivato a conclusione di un’attività di indagine coordinata dal pubblico ministero presso la Procura di Rovigo, la dottoressa Sabrina Duò. La matrona cinese è accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e di riduzione in schiavitù. I militari l’hanno colta in flagranza di reato, nell’appartamento di via Principe Umberto dove, in abiti succinti, c’era anche una connazionale arrivata un mese fa nella cittadina medievale. La ragazza, 25 anni, veniva obbligata dalla Guifen a prostituirsi: in cambio le era stata promessa una percentuale sui profitti per poter comprare il biglietto aereo per tornare in Cina. La giovane non ha però mai visto un soldo e, data l’assenza di documenti, non poteva che continuare a sperare nel compenso rimanendo chiusa in casa ad assecondare gli ordini della matrona sessantenne. I carabinieri sono arrivati all’alcova di via Principe Umberto, centralissima via cittadina, in seguito alle segnalazioni di alcuni residenti che denunciavano un continuo via-vai di uomini. Permanenza media nell’appartamento: meno di un’ora.
Alcuni annunci su internet, nei principali siti di incontri, davano peraltro espliciti riferimenti a quell’indirizzo e sponsorizzavano appuntamenti in chiave hot. Quando i carabinieri sono entrati nell’appartamento, la “schiava” di 25 anni è scoppiata in lacrime, confessando tutto alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno inoltre sequestrato un libro contabile in cinese e oltre duecento profilattici custoditi in un frigorifero.
Xue Guifen non è nuova a reati di questo genere: già lo scorso anno era stata arrestata a Roma con la stessa accusa. Ora la sessantenne cinese si trova in carcere a Verona. Negli scorsi anni il centro storico atestino aveva ospitato altre case d’appuntamento con donne orientali, in particolare tra via San Rocco e vicolo Pellesina.
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